Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è aperta a Bergamo la trentanovesima assemblea nazionale dell’ANCI.
Dopo i saluti istituzionali, davanti ad oltre duemila amministratori presenti, il presidente Antonio Decaro ha tracciato a grandi linee gli avvenimenti dell’ultimo anno e i temi che hanno caratterizzato le attività dei Comuni italiani, a cominciare dal PNRR e dalla manovra finanziaria approvata in queste ore dal Consiglio dei ministri. “Dalle prime informazioni che abbiamo sui contenuti della legge di bilancio – ha detto Decaro – ci pare che qualche passo nella giusta direzione si stia facendo, però sappiamo che, per esempio, per i costi energetici sostenuti dai Comuni la tendenza in atto è di un aumento medio che si avvicina al 100 per cento rispetto alla normalità e ci sono anche enti che accusano incrementi molto superiori”.
“Per poter coprire questi costi extra e quindi chiudere i bilanci del 2022 – ha aggiunto il presidente dell’ANCI – avevamo chiesto sostegni per una cifra che si aggirava tra i 200-300 milioni: nel decreto accise, approvato ieri insieme alla legge di bilancio, per il 2022 dovrebbero esserci 150 milioni. Siamo consapevoli che esiste un problema generale di risorse disponibili ma noi non abbiamo mai chiesto trattamenti di favore: si tratta di evitare che le nostre città si spengano e che alcuni servizi essenziali vengano tagliati. E purtroppo il 2023 è un anno in cui stimiamo una riduzione di risorse che non potremo sostenere e che va assolutamente neutralizzata”. “Non permetteremo – ha concluso Decaro – che si riapra la stagione dei tagli agli enti locali, che tanti danni ha fatto all’Italia, e dalla quale ci stiamo appena riprendendo”.
Per quanto riguarda gli investimenti del PNRR, il presidente dell’ANCI ha ricordato i 40 miliardi di euro assegnati ai Comuni per opere di grande utilità per i cittadini “rispettando i tempi che ci eravamo assegnati, un risultato che per l’Italia è un piccolo record”. Questo risultato, ha aggiunto Decaro, “è stato dovuto alle capacità dei Comuni ma anche alla piena collaborazione con il Parlamento, con i Governi e con le Regioni. Questa rinnovata disponibilità l’abbiamo già colta nei primi contatti con alcuni esponenti del nuovo governo”.
Al nuovo governo, Decaro ha proposto di “confermare la fiducia nei Sindaci”, proseguendo sulla strada delle semplificazioni degli iter autorizzativi delle opere del PNRR e dell’accelerazione nelle procedure di assegnazione. “Sarà anche necessario – ha detto il presidente dell’ANCI – il rifinanziamento del Fondo speciale che consente ai Comuni di integrare le risorse per le opere la cui realizzazione è stata messa a rischio dall’impennata dei prezzi delle materie prime”.
Un ringraziamento e parole di apprezzamento sono indirizzate nei confronti del ministro Nordio che settimane fa si era espresso sul tema dell’abuso d’ufficio e in generale della responsabilità penale, civile ed erariale dei sindaci: “Noi non chiediamo immunità né tantomeno impunità, ma solo regole chiare da poter rispettare con rigore. Oggi il 93 per cento dei casi di contestazione del reato di abuso d’ufficio si risolve tra assoluzioni e archiviazioni”.
Ricordando che il prossimo 25 marzo saranno 30 anni dall’entrata in vigore della legge sull’elezione diretta dei sindaci, “un sistema ha avuto successo perché crea un rapporto diretto tra elettori ed eletti”, Decaro ha definito invece “deleteria” la legge elettorale in vigore per il parlamento nazionale: “Negli ultimi anni questo sistema dei listini bloccati non solo ha contribuito ad allontanare i cittadini dalla politica e dalle istituzioni ma ha anche creato disorientamento tra noi sindaci, perché in caso di difficoltà non abbiamo riferimenti né rappresentanti del territorio ai quali rivolgerci”.
Sul tema dell’autonomia differenziata delle Regioni, Decaro ha ricordato che “i Comuni sono l’unico livello di governo che nell’ultimo decennio, lavorando con grande unità senza distinzione di partito o di area geografica, ha dato attuazione alla legge Calderoli del 2009 sul federalismo fiscale aiutando i Comuni che ne avevano bisogno senza tagliare risorse agli altri”. “I sindaci – ha aggiunto – porteranno nella discussione il proprio punto di vista, aperti al confronto e a trovare le soluzioni migliori, tenendo fermi due punti: “Non vanno moltiplicati e sovrapposti gli uffici, gli incarichi, le competenze, i passaggi e le procedure burocratiche. E poi nessun intervento di riforma potrà mai intaccare le funzioni fondamentali dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane come sono definite adesso dalla legge statale sulla base del dettato costituzionale”.
Infine, il presidente dell’ANCI si è riferito all’impegno dell’Italia per la pace e alle azioni di sostegno che i Comuni italiani sono pronti a mettere in favore della popolazione ucraina in fuga dalla guerra causata dall’aggressione russa. “Qui a Bergamo – ha detto – abbracceremo i nostri colleghi ucraini, i sindaci di Kyiv, di Lviv e di Bucha. Saremo concretamente al loro fianco, impegnandoci nei progetti di gemellaggio e sostegno fra Comuni italiani e ucraini, finalizzati alla ricostruzione materiale e civile. In attesa di poter dare ai cittadini ucraini cui diamo alloggio e sostegno la notizia che tutti aspettiamo: l’annuncio che la guerra è finita”.