Sul sito della Protezione Civile, è disponibile l’ordinanza dello scorso 4 marzo che definisce le disposizioni per la gestione sul territorio italiano dell’accoglienza, del soccorso e dell’assistenza alla popolazione in arrivo dall’Ucraina.
L’ordinanza chiarisce che al Dipartimento della Protezione Civile spetta il coordinamento delle componenti e delle strutture operative impegnate nelle attività di soccorso e assistenza alla popolazione ucraina nel nostro Paese. Al contempo le Regioni e le Province Autonome coordinano i sistemi regionali di protezione civile impegnati nel concorso delle attività di accoglienza, soccorso e assistenza.
In particolare le Regioni provvedono a organizzare:
- la logistica per il trasporto delle persone, anche mediante mezzi speciali;
- gli alloggi per le persone in arrivo o di passaggio in Italia;
- l’assistenza sanitaria;
- l’assistenza delle persone che dall’Ucraina arrivano al confine italiano.
Per dare accoglienza alle persone provenienti dall’Ucraina, le Regioni possono utilizzare le aree sanitarie allestite anche temporaneamente per la gestione dell’emergenza COVID-19.
Le Prefetture-Uffici territoriali di Governo, in raccordo con le Regioni, si occupano dell’accoglienza dei cittadini ucraini giunti in Italia mediante la rete dei centri di accoglienza e il Sistema di accoglienza e integrazione già istituiti. Inoltre, in caso di massiccio afflusso o di particolari criticità, possono provvedere a reperire ulteriori strutture ricettive.
Inoltre, per assicurare il coordinamento dei diversi livelli operativi è istituito un Comitato composto dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, dal Capo del Dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, dal Direttore della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia di frontiera, dal Coordinatore tecnico della Commissione protezione civile della Conferenza delle Regioni e dal Segretario Generale dell’ANCI.
L’ordinanza prevede inoltre che le persone provenienti dall’Ucraina possano lavorare, autonomamente o in forma subordinata, a seguito della richiesta, alla Questura, di permesso di soggiorno.