“Nell’ultimo triennio si sono registrati numerosi finanziamenti statali per il rinnovo del parco bus delle aziende di trasporto pubblico. Ma a causa della crisi dei ricavi legata al Covid e al caro energia, rischiamo un effetto paradossale: avere un parco mezzi rinnovato, con migliori standard emissivi, ma che resta in deposito perché non ci sono le risorse correnti per assicurare i livelli quantitativi per un servizio frequente. Chiediamo che lo Stato, che ha erogato importanti risorse nell’ultimo biennio, rifinanzi per il 2022 il fondo per la compensazione dei mancati ricavi: ad oggi infatti la domanda di mobilità è ancora inferiore di circa un terzo ai livelli pre-covid e questo continua a pesare significativamente in termini di minori introiti tariffari”.
Così i rappresentanti ANCI davanti alla Commissione Trasporti della Camera per l’audizione in tema di erogazione dei ristori per i danni al trasporto pubblico locale causati dall’emergenza Covid-19.
All’attenzione della Commissione anche il problema del caro-energia, che ha un impatto pesantissimo sulla filiera dei trasporti e dunque anche del trasporto pubblico locale. Nel 2021 la bolletta per l’energia elettrica nel settore del TPL ha avuto un incremento del 45% rispetto al 2019 mentre, nel primo trimestre di quest’anno, quella del metano è addirittura triplicata rispetto al 2019. Su questo punto ANCI ha ribadito la richiesta di “rivedere le norme che regolano l’accesso al contributo straordinario di 1 miliardo e 200 milioni di euro, erogato come credito di imposta alle imprese energivore e a quelle a forte consumo di gas naturale”. ANCI ha chiesto di allargare il perimetro delle imprese beneficiarie di questo credito alle aziende del trasporto pubblico locale.
Accanto a queste due misure congiunturali vi è la necessità di un intervento strutturale che ANCI ritiene essenziale ovvero la revisione dell’entità del Fondo Nazionale TPL. Attualmente il fondo ha una dotazione di 4,9 miliardi, che in base all’ultima legge di bilancio sarà gradualmente incrementata di circa 150 milioni di euro su base annua nel prossimo quinquennio. Questa dotazione continua però ad essere molto distante dalla sua quantificazione storica, che fino al 2010 (ovvero alla stagione dei tagli lineari) si attestava intorno ai 6 miliardi di euro. Oggi, con l’incremento delle dotazioni infrastrutturali grazie a nuove metropolitane e tramvie che implicano costi fissi maggiori, non è ammissibile che il monte risorse rimanga inferiore del 20% rispetto a quello storico.
“L’aumento del fondo – evidenzia ANCI – deve accompagnarsi alla ripresa del cammino per la revisione dei criteri di riparto sulla scorta del DPCM del 2013, che ha trovato effettiva attuazione nel solo anno 2016”.