Castagne

“Dal punto di vista dei Comuni la coltivazione della castagna, oltre ad essere un fattore di sostentamento economico per molte comunità, costituisce un presidio decisivo anche dal punto di vista paesaggistico, del contrasto a fenomeni quali quelli legati al dissesto idrogeologico ma anche un essenziale presidio culturale”. Lo ha evidenziato Ellade Giacinta Peller, Sindaca di Nomaglio, comune torinese della Rete delle Città del Castagno, che ha rappresentato l’ANCI davanti la Commissione Agricoltura nell’ambito dell’esame del nuovo testo della proposta di legge sulle norme per favorire lo sviluppo e la valorizzazione della castanicoltura sostenibile, il recupero della coltivazione dei castagneti, la prevenzione dell’abbandono colturale e la promozione della filiera produttiva castanicola. (vedi documento presentato in audizione).

Peller ha tratteggiato l’esperienza realizzata dal suo Comune, “una comunità di 300 abitanti che sorge su una balconata circondata da terrazzamenti a vite e a castagni. Il recupero e la valorizzazione dei castagneti è stato un obiettivo della nostra amministrazione sin dalla fine degli anni 90 e siamo riusciti a realizzare molti interventi: dal recupero di un vecchio mulino e di un essiccatoio usati per le castagne, fino al loro inserimento nel cosiddetto ‘Ecomuseo’ della Castagna, un percorso di conoscenza ed approfondimento del territorio”.
Venendo alla proposta di legge la sindaca ha sottolineato l’importanza che “il supporto ai produttori diventa un tassello importante, vista anche la notevole estensione dei castagneti sul territorio dell’ ‘Agenda Controesodo’, che ANCI sta promuovendo da tempo per rilanciare i piccoli Comuni e invertire la tendenza allo spopolamento delle aree interne”.
Per questo motivo secondo ANCI, uno degli aspetti più positivi della proposta di legge è l’aver preso in considerazione nel testo normativo i cinque ambiti per il rilancio della castanicoltura individuati dalla Rete delle Città del Castagno ovvero formazione, associazionismo, valorizzazione, sostegno alla multifunzionalità e organismo di rappresentanza.

Altrettanto importante è il “riconoscimento di ‘castanicoltore’ a chiunque eserciti attività di coltivazione di castagneti a prescindere dalla forma e dalla dimensione aziendale, dando quindi pari dignità di trattamento, oltre che al singolo produttore, a tutti i territori, molti dei quali caratterizzati appunto da imprese individuali o di dimensione piccola e piccolissima. Una scelta che – ha aggiunto Peller – oltre a supportare gli attuali produttori, facilita l’ingresso di giovani all’interno della filiera della castagna, facilitandone dunque la permanenza o l’arrivo nei piccoli Comuni. In questo senso, la sindaca di Nomaglio ha auspicato “che le misure già previste nel disegno di legge possano andare facilmente ad integrarsi con altre misure di supporto all’imprenditoria giovanile e all’accesso alla terra”.
Quanto poi alle proposte di modifica al testo di legge, l’ANCI ha auspicato la partecipazione degli Enti locali al Tavolo di filiera per la frutta in guscio. “Un passaggio non ancora previsto che appare invece quanto mai opportuna alla luce delle loro competenze legate ai molteplici aspetti della gestione del territorio, in primis valorizzazione e sicurezza”, ha osservato la sindaca di Nomaglio. Allo stesso modo l’Associazione chiede che l’intesa relativa al Piano di settore della filiera castanicola avvenga in sede di Conferenza Unificata, per garantire una partecipazione attiva da parte degli Enti locali, che saranno poi direttamente interessati, sia in forma diretta che indiretta, dalle fasi attuative dello stesso”.