La Conferenza Unificata, riunitasi lo scorso 8 luglio, ha approvato il nuovo Piano pluriennale nazionale con durata quinquennale (2021/2025) e allegati (1,2,3,4, note metodologiche) per il sistema integrato per l’Istruzione e l’Educazione 0/6 anni (scaduto nel 2019 e prorogato al 2020), che mette a disposizione per ciascuna annualità 309 milioni di euro, erogate direttamente ai Comuni dal ministero dell’Istruzione in base alla programmazione regionale.
Entro il mese di luglio la conferenza Unificata approverà i criteri di riparto delle risorse. Il Piano prevede una quota perequativa, non inferiore al 20% del fondo, assegnata alle regioni con un’offerta di posti, nei servizi educativi, al di sotto della media nazionale (25.7%). Gli interventi sono finalizzati a costruzione, ristrutturazioni e messa in sicurezza edilizia; spese di gestione; formazione del personale.
Sono introdotte due riserve, entrambe del 5%, rispettivamente destinate alla formazione/coordinamenti pedagogici e alle sezioni primavera/poli infanzia. Quest’ultima solo per le regioni al di sotto della media nazionale di copertura dei servizi prima infanzia. La proposta iniziale del Ministero, condivisa dall’ANCI, conteneva percentuali più alte, la riduzione è stata richiesta dalle Regioni assieme alla previsione di collegarla ai territori carenti di posti.
Sarà possibile individuare nelle intese di riparto una percentuale massima da destinare ad interventi di edilizia scolastica considerate le altre risorse già previste per tale finalità.
Accolte le proposte dell’ANCI, finalizzate ad accelerare i tempi di assegnazione delle risorse ai Comuni e ad una più puntuale tempistica per le programmazioni regionali.
La programmazione regionale pluriennale sostituirà la tradizionale programmazione annuale, ferma restando la possibilità di operare annualmente i necessari aggiustamenti. Questo dovrebbe consentire un maggiore rispetto delle tempistiche da parte delle regioni e di conseguenza l’erogazione ai Comuni delle risorse nell’anno stesso della gestione (negli anni, infatti, si sono accumulati ritardi o mancate programmazioni, che hanno comportato gravi ritardi e anche la mancata erogazione delle risorse ai Comuni).
Il riparto delle risorse avverrà in modo agile e veloce, secondo quanto previsto da due intese in fase di approvazione.
Prima Intesa:
- Luglio 2021 per riparto tra le regioni di una prima quota parte del fondo 2021 pari a 264 mln
- Entro il 10 agosto (termine perentorio) regioni inviano una nuova programmazione, in mancanza della quale sarà adottato il riparto 2020
- Effettuato il perfezionamento dei passaggi amministrativi, indicativamente da settembre 21 il ministero sarà in grado di erogare le risorse direttamente ai Comuni
Seconda intesa:
- Luglio 2021 riparto in conferenza unificata annualità 2022-2023 (309mln + 309mln) + restanti risorse 2021 (43,5 mln)
- 30 novembre 2021 le regioni inviano al ministero programmazioni regionali quota restante 2021, 2022 e 2023
- Gennaio 2022 e gennaio 2023 Decreti di riparto risorse per le rispettive annualità.
- A partire da febbraio 22 e febbraio 23, i Comuni ricevono le risorse dal ministero per le rispettive annualità.
Intese successive per i riparti 2024 e 2025
- Entro febbraio 2023 Intesa riparto in conferenza unificata annualità 2024-2025 (309mln + 309mln)
- 30 novembre 2023 le regioni inviano al Ministero le programmazioni regionali per le annualità 2024 e 2025
- Gennaio 2024 e gennaio 2025 Decreti di riparto risorse per le rispettive annualità
- A partire da Febbraio 2024 e da Febbraio 2025 i Comuni ricevono le risorse dal ministero per le rispettive annualità.
Prevista, inoltre, l’istituzione di un tavolo paritetico regionale di coordinamento delle attività del Piano, composto da rappresentanti della Regione, Ufficio scolastico regionale e dall’ANCI Regionale, integrato anche da rappresentanti degli enti locali, con funzione di monitoraggio e coordinamento rispetto all’attuazione del piano. Il tavolo potrà rappresentare eventuali criticità sulla predisposizione delle programmazioni al ministero dell’Istruzione.
Sarà importante anche l’attività di monitoraggio dei Comuni per il rispetto delle tempistiche di programmazione da parte delle regioni e conseguente erogazione delle risorse da parte del ministero. Il mancato rispetto delle tempistiche da parte delle programmazioni da parte delle regioni determina, infatti, la decadenza della quota perequativa e il rinvio all’anno successivo dell’assegnazione delle risorse alle regioni inadempienti.