“L’ANCI non non assume posizioni politiche e non si fa trascinare in campagna elettorale. Sul decreto sicurezza mai l’associazione dei Comuni ha inteso intaccarne l’impianto politico. Questo assunto, per me sempre chiaro, è stato ristabilito collettivamente durante i lavori del comitato direttivo che ho presieduto oggi”. Lo ha detto il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, al termine della riunione del Comitato direttivo alla quale hanno partecipato circa cento sindaci, tra i quali quasi tutti i primi cittadini delle città maggiori.
“Ho ricevuto il mandato pieno dal direttivo dell’associazione – riferisce Decaro – di presentare tre approfondimenti tecnici per ridurre l’impatto sui territori dell’applicazione del provvedimento. Della questione si occuperà una commissione interna rappresentativa delle diverse sensibilità politiche che porterà i risultati del suo lavoro al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quando lunedì incontrerà una nostra delegazione sia sul dl sicurezza che sulla legge di bilancio”. I tre aspetti che il tavolo di lavoro, con mandato unanime del comitato direttivo, affronterà sono: conservare l’accesso allo Sprar dei soggetti vulnerabili (“lo stesso ministero dell’Interno – ha rilevato Decaro – con una circolare ha invitato a sorvegliare l’uscita dagli Sprar”); l’applicazione di modalità uniformi per la presa in carico dei richiedenti asilo da parte delle ASL; il riconoscimento del diritto per i Comuni di conoscere numero, età e sesso delle persone ospiti nei centri di accoglienza. “E’ vero che il decreto fissa un termine di sei mesi per il riconoscimento dello status di rifugiato, ma sappiamo bene – ha evidenziato – che servono dai due ai tre anni per ottenere una risposta. Per questo è opportuno che, oltre la questura, anche gli amministratori abbiano informazioni sulla composizione dei nuclei familiari e sul turnover delle persone accolte perché dobbiamo essere in grado di programmare le nostre politiche sul territorio”. Infine, secondo l’ANCI va fatta chiarezza anche sulla questione dei rimborsi assegnati ai Comuni per la gestione dei minori stranieri non accompagnati perché con 45 euro non è possibile coprire i costi da parte dei sindaci”.
Il direttivo si è occupato anche della legge di bilancio. Decaro ha ribadito che, malgrado alcune misure favorevoli come il ripristino dei fondi per il bando periferie, lo svincolo degli avanzi e lo stanziamento di 400 milioni per i piccoli Comuni, la spesa di parte corrente prevede nuovi tagli. “Come Associazione – ha ribadito Decaro – chiederemo un provvedimento urgente per evitare contenziosi e assicurare maggiori spazi di manovra. Le risorse sono fondamentali per assicurare il ruolo dei Comuni nella ripresa economica e nella gestione dei servizi locali”. Nello specifico le richieste dell’ANCI riguardano: i 300 milioni di ristoro delle risorse venute meno nel passaggio dall’Imu alla Tasi (attualmente ne sono assegnati 190) il cui utilizzo non deve essere limitato alla parte di bilancio destinata agli investimenti; il mantenimento della percentuale di accantonamento per il Fondo crediti dubbi esigibilità al 75%, in caso di rispetto dell’obiettivo di migliorare la capacità di riscossione, o in caso contrario all’80%; anticipazione tesoreria a 5/12; abolizione della sanzione accantonamento obbligatorio per tempi pagamento; apertura di un nuovo riaccertamento straordinario; recupero di 560 milioni del taglio del DL 66 in modo graduale.