Tutti i progetti Siproimi sono stati prorogati al 31 dicembre. Lo stabilisce l’art. 86 bis della legge di conversione del decreto Cura Italia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La nuova legge prevede la possibilità per i richiedenti asilo e umanitari di rimanere nei progetti e la possibilità di utilizzo delle strutture Siproimi da parte delle Prefetture per i richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, per esigenze connesse all’attuazione di periodi di quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva. Confermata, infine, la possibilità di utilizzare le strutture Siproimi per l’accoglienza di persone in stato di necessità.
“La proroga dei progetti al 31/12 è un provvedimento essenziale, perché consente di scongiurare qualsiasi rischio di rallentamento delle attività in un momento come questo in cui, più che mai, le strutture di accoglienza sono servizi essenziali. ANCI ha concordato con il Ministero diverse ulteriori misure che faciliteranno i Comuni nell’operatività e che oggi, a valle della legge Cura Italia, potranno essere diramate”. Così Matteo Biffoni, delegato ANCI per l’immigrazione e le politiche di integrazione.
“Il provvedimento prevede poi che le strutture – prosegue Biffoni – vengano messe a disposizione di prefetti e sindaci per rispondere alle emergenze che la crisi sanitaria attiva sui territori, prescindendo da nazionalità o titoli di soggiorno, e considerando solo la vulnerabilità e il bisogno. Questo ci fa particolarmente piacere: sempre più, i Siproimi sono parte del welfare territoriale a 360 gradi. Sono innovazioni di grande portata, per le quali voglio ringraziare Parlamento e Governo, in particolare il Ministero dell’Interno con cui collaboriamo quotidianamente per individuare ogni possibile azione che possa contribuire ad aiutare i territori, già oltremodo provati da questa terribile emergenza”.
“Grazie all’impostazione del sistema – conclude Biffoni – che prevede un’accoglienza in civili abitazioni invece di concentrazioni in grandi numeri, è stato possibile affrontare questa fase garantendo una ‘normalità’ e reggendo egregiamente l’urto dell’emergenza. Inoltre, i ragazzi accolti nei progetti si sono in molti casi messi a disposizione della popolazione residente, mobilitandosi nel fare la spesa agli anziani, nel portare medicinali, nel realizzare e distribuire mascherine protettive. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza gli operatori dei progetti. Voglio per questo ringraziarli, uno per uno, perché sono loro che, tra mille difficoltà, stanno garantendo nei progetti questa ‘straordinaria normalità’. Non era affatto scontato”.
La legge di conversione del decreto Cura Italia.