Si è conclusa la valutazione dei 596 progetti presentati dai Comuni, coordinati a livello di Ambiti territoriali, per attuare gli interventi di inclusione attiva, ai sensi dell’Avviso n. 3/2016. Con il Decreto direttoriale n. 392 del 12 settembre 2017 sono infatti state ammesse al finanziamento le ultime 48 proposte progettuali.
L’obiettivo delle risorse – quasi 500 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo stanziati dal PON Inclusione per il triennio 2017/2019 – è rafforzare l’infrastruttura sociale chiamata a gestire gli interventi di inclusione attiva connessi al ReI (Reddito di Inclusione) e già avviati con la misura ponte del SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva).
La sfida a cui sono chiamati i servizi territoriali, sulla base degli indirizzi nazionali condivisi con le Regioni, è mettere a punto una progettazione integrata che ponga al centro le persone più vulnerabili e i loro nuclei familiari con la complessità dei bisogni che esprimono, per accompagnarle nei percorsi di inclusione e verso l’autonomia. Un obiettivo che presuppone non solo il rafforzamento dei servizi sociali in termini di professionalità, competenze e strumenti, ma anche la loro capacità di lavorare in rete con i servizi per il lavoro, i servizi sanitari, le scuole e con i soggetti del terzo settore.
La necessità di ripensare il modello organizzativo dei servizi in un’ottica multidisciplinare e di lavoro in rete ha generato, in questi mesi di analisi e valutazione dei progetti, un lavoro intenso di collaborazione tra Ministero, Regioni e Ambiti territoriali. Una collaborazione fattiva e sinergica che, in diversi casi, ha richiesto revisioni e integrazioni della progettazione finalizzate a delineare interventi coerenti con le esigenze e le potenzialità dei territori e in linea con l’obiettivo di assicurare standard di presa in carico efficaci e omogenei a livello nazionale.
In linea generale, i progetti hanno prioritariamente inteso rafforzare, con l’immissione di nuove risorse professionali (per esempio, assistenti sociali), i servizi per l’accesso al SIA/ReI e la definizione del progetto personalizzato (l’azione A dell’Avviso 3). Significativa anche la quota di risorse che gli Ambiti territoriali intendono destinare agli interventi di attivazione socio-lavorativa (tirocini, borse lavoro, orientamento, formazione, consulenza per l’accesso al lavoro) rivolti ai beneficiari del SIA/ReI (l’azione B dell’Avviso).
È l’inizio di un processo di trasformazione profonda del modello di welfare, che punta a individuare modelli di intervento appropriati e innovativi superando definitivamente l’approccio assistenzialista in virtù di un approccio attivo e partecipato.
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