Nel corso della seduta della Conferenza Unificata di giovedì 2 novembre, è stato approvato il Piano nazionale pluriennale per la promozione del sistema integrato di educazione e istruzione per le bambine e i bambini da 0 a 6 anni e il riparto del Fondo relativo all’annualità 2017 (documenti in allegato).
Il piano, di durata triennale, rappresenta una delle principali novità della legge 107 del 2015 (Buona Scuola) e prevede l’assegnazione alle Regioni di 209 milioni di euro che verranno erogati dal MIUR ai Comuni beneficiari, in forma singola o associata, per interventi in materia di edilizia scolastica, sia con nuove costruzioni che con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza e risparmio energetico di stabili di proprietà delle amministrazioni locali.
Le risorse sosterranno anche parte delle spese di gestione per l’istruzione 0-6 anni, con lo scopo di incrementare i servizi offerti alle famiglie nonché di ridurre i costi che devono sostenere.
Per l’anno 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni:
- per il 40% in proporzione alla popolazione di età 0-6 anni, in base ai dati Istat;
- per il 50% in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi al 31 dicembre 2015;
- per il 10% in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo da garantire un accesso maggiore.
“Con questo Piano – ha dichiarato la Ministra Valeria Fedeli – stiamo garantendo alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione, istruzione, cura, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche e culturali. Grazie alla legge 107 i servizi per l’infanzia escono dalla dimensione assistenziale ed entrano a pieno titolo nella sfera educativa. L’obiettivo è lavorare in sinergia con tutte le istituzioni coinvolte per offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale”.
Entro il 20 novembre le Regioni, sentite le ANCI Regionali, come da richiesta formulata in sede tecnica dall’ANCI, dovranno comunicare al MIUR gli elenchi degli interventi.