“Quanto accaduto alla sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, è l’ennesima testimonianza di quello che l’ANCI e tutti i sindaci Italiani stanno denunciando ormai da tempo. Non è nostra abitudine contestare l’attività della magistratura ma lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente”.
Lo dichiara il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, a margine della vicenda giudiziaria che vede coinvolta la sindaca lombarda. Bonaldi ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Cremona per un episodio accaduto lo scorso ottobre in un asilo comunale, quando un bambino infilò una mano nel cardine di una porta tagliafuoco, schiacciandosi due dita e riportando lesioni non permanenti che resero necessario un intervento chirurgico d’urgenza. Alla sindaca Bonaldi la Procura di Cremona contesterebbe un concorso di responsabilità nella mancata adozione di dispositivi idonei ad evitare la chiusura automatica della porta in oggetto.
“Come abbiamo già scritto nell’appello dello scorso 2 marzo in occasione della vicenda che colpì Chiara Appendino – continua Decaro – non chiediamo l’immunità o l’impunità, ma chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie. Così non è più possibile andare avanti. E se non è stato sufficiente un accorato appello al Governo e al Parlamento, sottoscritto da quasi 4 mila sindaci italiani, per attirare l’attenzione di chi può e deve prendere provvedimenti su quanto sta accadendo, vorrà dire che sfileremo con le nostre 8 mila fasce, costituendoci “parte civica”, nell’aula di tribunale dove la sindaca di Crema dovrà forse un giorno presentarsi per difendersi da questa accusa. Saremo lì con lei e con qualsiasi altro sindaco chiamato a difendersi da colpe che evidentemente non sono e non possono essere sue. Perché non è la sindaca di Crema oggi ad essere indagata ma insieme a lei ci sentiamo tutti indagati. Prima o poi – conclude il presidente ANCI – qualcuno dovrà rispondere, quando l’Italia resterà un Paese senza sindaci”.