La crisi pandemica si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociosanitario e ambientale e ha colpito in modo particolare donne e giovani. L’Italia è il Paese dell’UE con il più? alto tasso di NEET ovvero ragazzi tra i 15 e i 29 anni non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione. Il tasso di partecipazione delle donne al lavoro è del 53,8 per cento, molto al di sotto del 67,3 per cento della media europea.
“In questo senso, sono proprio le scelte a favore dei giovani e delle donne a rappresentare un tratto distintivo che merita di essere valorizzato: oggi, infatti, abbiamo incrementato di 35 milioni il Fondo per le politiche giovanili, il cui riparto prevede il 22% in favore dei Comuni, che porterà a raddoppiare per il 2021 le risorse destinati ai Comuni e alle Città metropolitane per azioni di sostegno ai giovani. Ringrazio la Ministra Dadone per questo impegno e per la fattiva collaborazione”.
Così il vicepresidente vicario di ANCI e sindaco di Valdengo (BI), Roberto Pella, a margine della seduta della Conferenza Unificata in cui si è affrontato anche il tema della parità di genere.
Per la prima volta il nostro Paese si dota di una Strategia Nazionale della Parità di Genere, un documento condiviso, anche in sede di Commissione pari opportunità ANCI, volto a tracciare un sistema di azioni e politiche integrate con iniziative concrete e misurabili. Il testo si fonda su cinque priorità strategiche individuate nell’ambito di altrettanti assi portanti per la parità di genere: lavoro, reddito, competenze, tempo e potere.
“L’auspicio – conclude Pella – è che la Strategia possa prevedere ricadute dirette e coordinate sui territori, prevedendo ad esempio l’adozione di piani comunali per la parità di genere o di osservatori per il monitoraggio degli obiettivi. Non si tratta solo di un imperativo morale e sociale per riconoscere principi di uguaglianza e meritocrazia, bensì di una scelta prioritaria per la crescita economica”.