La legge di conversione del DL “semplificazioni”, approvata con il voto di fiducia alla Camera, recepisce alcune norme fortemente volute dall’ANCI e già oggetto di accordo in Conferenza Stato-Città.
Nello specifico vengono ripristinati i 300 milioni del fondo IMU-TASI, con l’aggiunta dei 110 milioni mancanti e la sostanziale abolizione dei vincoli di destinazione. Rimane purtroppo invariata per il 2019 la norma della legge di bilancio sulla dimensione dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), che incide negativamente sugli equilibri di parte corrente e la restrizione dell’anticipazione di tesoreria (limite ridotto a 4/12 delle entrate), solo parzialmente mitigata dall’anticipo ai prossimi giorni della prima erogazione del fondo di solidarietà comunale.
Importanti anche l’istituzione del tavolo tecnico per la ristrutturazione del debito, l’incremento del fondo per la videosorveglianza e la possibilità assicurare un ristoro del 100% per le spese dovute a sentenze conseguenti a calamità naturali, nonché la stabilizzazione dell’utilizzo dei proventi derivanti da alienazioni patrimoniali per l’estinzione anticipata del debito.
Nonostante gli appelli dell’ANCI in tutte le sedi politiche e istituzionali, non è stata invece accolta la richiesta di rendere facoltativa, come già previsto per il bilancio consolidato, la contabilità economico-patrimoniale per i Piccoli Comuni.
L’obbligo di corredare il rendiconto 2018 con i nuovi documenti contabili compromette la possibilità di rispettare la scadenza del 30 aprile da parte di 5.700 Piccoli Comuni, con le gravi conseguenze che ne derivano, fino allo scioglimento del consiglio comunale. Soprattutto, si sottolinea come l’introduzione di tale ulteriore adempimento, sia un aggravio insostenibile per gli apparati tecnici dei Comuni e non dia nessun contributo alla conoscibilità degli assetti finanziari locali.
Infine, è stata recepita solo parzialmente la proposta ANCI di eliminare il tetto al salario accessorio dei funzionari intermedi dei Comuni (posizioni organizzative), inaspettatamente limitata ai soli Comuni privi di dirigenza. Secondo l’Associazione tale limite non ha ragion d’essere e rischia di vanificare la norma del contratto che è invece finalizzata a valorizzare le professionalità intermedie di tutti i Comuni.