“Il governo ci ascolti, potrebbe saltare l’erogazione di servizi essenziali. Non vorremmo ritrovarci a gestire “pericolosi assembramenti” di rifiuti lungo le strade delle nostre città”. Lo scrivono il presidente dell’ANCI, il delegato alla finanza locale, i sindaci delle città metropolitane e tutti i presidenti delle ANCI regionali, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Caro presidente, purtroppo, il decreto “Rilancio” non sembra cogliere in pieno la complessità delle problematiche che investono i Comuni. La continuità dei servizi sul territorio può essere garantita solo con impegni concreti, senza i quali non solo potrebbero incrinarsi il dialogo e la collaborazione tra le Istituzioni, ma verrebbe a crearsi un grave pregiudizio per i sindaci nell’esercizio delle loro funzioni sui territori e nei confronti delle proprie comunità”.
La lettera matura al termine di un confronto “non facile con il ministero dell’Economia” sia sull’ammontare delle risorse necessarie per ristorare le mancate entrate dei Comuni, sia sulla revisione di alcune regole contabili alla base della formulazione dei loro bilanci. “Nessuno oggi può valutare con precisione la dimensione della sofferenza finanziaria che rischia di mettere fuori gioco un intero comparto, in particolare i Comuni già in crisi o in situazione di più severa tensione finanziaria”.
“Prima del varo del DL Rilancio, che non contiene quello che serve ai Comuni e cioè ai cittadini, lei deve ascoltarci” è questo l’appello dei sindaci a Conte affinché prenda in carico personalmente la trattativa, cominciando dal tema più urgente di tutti: il ristoro della tassa sui rifiuti che i sindaci non intendono chiedere ai gestori delle attività commerciali per i mesi in cui sono stati costretti a chiudere per decreto.
La perdita di entrate per i Comuni è ben più pesante dei 3 miliardi di euro previsti nel dl Rilancio. “Anche per la gestione dei rifiuti, le cifre sono tutt’altro che certe e le competenze appaiono confuse con l’entrata in campo dell’Arera che sarebbe stato meglio ripensare alla luce dell’impatto effettivo dell’emergenza – scrivono allarmati i sindaci -. ARERA ha calcolato le riduzioni tecniche del prelievo sui rifiuti, basate sulla valutazione della minor produzione dovuta al lockdown delle attività economiche più colpite, in 400 milioni di euro, rimandando a ulteriori provvedimenti l’individuazione di mezzi di copertura delle relative minori entrate”.
“L’impegno dei Comuni – scrivono i sindaci a Conte – è fondamentale, tanto più in relazione ai servizi che erogano, in particolare quello della raccolta dei rifiuti che in nessun modo può essere interrotto ma che anzi va sostenuto, giorno per giorno, con adeguati flussi finanziari, se non vogliamo correre il rischio che a un’emergenza sanitaria se ne aggiunga un’altra. Non vorremmo alzare i toni dell’interlocuzione con il Governo, per evitare polemiche e strumentalizzazioni. Siamo certi che comprenderai che non possiamo lasciare nulla di intentato di fronte a possibili sottovalutazioni nella considerazione delle richieste dei Comuni italiani”.