“Siamo molto soddisfatti delle risposte alle richieste dei sindaci che abbiamo ricevuto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il capo del governo ha garantito un passo diverso più graduale sulle nuove regole di contabilità, che ha effetti immediati sulla spesa corrente dei Comuni e di conseguenza si riflette sui servizi per i cittadini, quelli più fragili prima di tutti gli altri, investimenti per le periferie delle città grandi e medie e un più robusto finanziamento della legge di valorizzazione dei piccoli comuni”. Così Antonio Decaro, presidente dell’Anci, ha accolto le dichiarazioni del premier intervenuto alla 34esima assemblea nazionale dell’Anci in corso a Vicenza (il resoconto della prima giornata e la relazione del presidente Anci).
“La nuova contabilità – ha spiegato Decaro – determina una riduzione di disponibilità di risorse. Nel 2016 sono stati accantonati al fondo crediti dubbia esigibilità ben 3 miliardi di euro. Un sistema di calcolo che crea tensioni nel campo della spesa corrente già scesa, nel complesso, del 6 per cento tra il 2010 e il 2016. A rischio, se non si cambiassero le cose, sarebbe l’esercizio delle funzioni fondamentali, a cominciare da quelle rivolte ai cittadini più fragili. Si capisce, quindi, perché tutti noi sindaci abbiamo accolto con grande entusiasmo le parole di Gentiloni”.
Anche l’impegno a consolidare la strategia di investimenti per periferie e aree degradate, investimenti che riguardano le città medie e grandi, e di impegnare più risorse per valorizzare i centri storici, entrambe azioni promesse dal premier, rispondono a una precisa sollecitazione di Decaro. “Il bando periferie è un esperimento riuscito – spiega – serve che i fondi siano stabili e diano una visione strategica alle politiche urbane. Così come essenziale per la sopravvivenza dei 5.591 piccoli Comuni italiani è necessario che la legge per la loro valorizzazione, appena approvata, riceva ulteriori finanziamenti. La minore dimensione demografica non è un problema, lo spopolamento lo è”.
Le dichiarazioni del presidente Anci seguono l’intervento del presidente del Consiglio. “Dalla forza delle grandi città e dei Comuni più piccoli – ha detto – deriva l’assicurazione sul nostro futuro. Chiunque pensa all’Italia pensa alle nostre piazze e alle nostre identità. Per questo rinnoviamo solennemente un patto tra lo Stato e gli enti locali, fondato sull’autonomia e sulla responsabilità, motori di fiducia e di futuro per l’Italia”.
“Mi rivolgo all’elemento costitutivo del Paese – ha continuato Gentiloni –, al tessuto costitutivo della Repubblica, alla rete che la tiene insieme. Le esperienze locali hanno sempre avuto un rapporto con il mondo. E’ stato così per secoli in cui i Comuni hanno rappresentato cultura e modernità a livello internazionale”. Il premier ha quindi ricordato come “i sindaci sono protagonisti in tutto: della bellezza ma anche della fragilità del territorio. E per questo colgo l’occasione per ricordare la vicinanza del governo ai sindaci dei borghi così duramente colpiti del terremoto perché anche la tenuta di quei piccoli borghi fa parte del nostro tessuto democratico”.
Il presidente del Consiglio ha poi elencato i risultati ottenuti del confronto con Anci che “seppur reso difficile dalla crisi – ha sottolineato – ci ha permesso di mettere in atto una collaborazione competitiva ci ha fatto portare a casa dei buoni risultati dopo anni terribili”. Per prima cosa “l’operazione di ricucitura delle periferie. Ieri ho firmato le delibere che finanziano per intero il pacchetto di 120 progetti del bando periferie. Con questa operazione da 2,1 miliardi abbiamo cominciato un’operazione di ricucitura urbana. Grazie al lavoro fatto di concerto con Anci, poi, abbiamo finalmente superato il patto di stabilità – ha proseguito Gentiloni –, inserendo la regola del pareggio che, pur non essendo perfetta, libera in molti casi gli investimenti. Abbiamo superato la logica della spesa storica e fatto un passo avanti sull’armonizzazione dei sistemi contabili e sul fondo sui crediti di dubbia esigibilità”. Ultima questione in ordine di tempo e su cui Anci ha molto spinto è la legge sui piccoli Comuni, recentemente varata dal Parlamento.
“Una legge finalmente approvata – ha detto il presidente del Consiglio -. Spetterà ora al governo rafforzarla nel corso dei mesi e degli anni prossimi perché parliamo di un pezzo dell’identità italiana che tutto il mondo ci invidia e che tutti noi dobbiamo difendere con le unghie e con i denti”.
Gentiloni ha poi accennato alla prossima legge di bilancio e alla fine della legislatura. “Sappiamo da quale crisi veniamo e sappiamo che i risultati ottenuti non possono essere dispersi. Al di là di ogni comprensibile tensione politica è nostro dovere mettere al primo posto l’Italia e l’impegno che io prendo davanti a voi sindaci è quello di una conclusione ordinata della legiaslatura”, che passa da “una legge di bilancio che non freni ma incoraggi la ripresa in atto. Non fare danni – ha rimarcato il presidente del Consiglio – , evitando una legge depressiva anziché di incoraggiamento. Non aumentare l’iva, non introdurre nuove tassazioni, concentrare le risorse, tuttora limitate, in alcune grandi operazioni come il lavoro, la lotta alla povertà, il sostegno alle imprese e la coesione sociale e territoriali. A questo lavoreremo”. “Sul piano economico – ha ricordato ancora – le macro cifre sono incoraggianti. E abbiamo forse imboccato la stratagia giusta per mettere ordine anche ai flussi migratori irregolari. Se avremo continuità in questo senso potremo dare alle politiche di accoglienza quel dialogo con i paesi di provenienza, indispensabile per non essere travolti da fenomeni senza controllo”, ha concluso Gentiloni.