Se è vero che la fusione dei campanili cambia insegne alla storia e alla memoria, è pur vero che in tempi di tagli e di ristrettezze economiche le crisi d’identità possono pesare un po’ meno. E così, per ragioni di sopravvivenza ossia per garantire risorse ai territori e servizi ai cittadini, le aggregazioni e le fusioni di Comuni si moltiplicano anche in Piemonte, seconda regione d’Italia per numero di municipi. Domenica scorsa, per la prima volta in una sola giornata, si sono tenute ben 5 consultazioni referendarie che hanno coinvolto ben 13 enti locali in 4 province. Ma il dato più eloquente riguarda il numero di Comuni coinvolti nei referendum consultivi nel corso del 2018: una decina ovvero tanti quanti nei quattro anni precedenti, segno di un trend in crescita.
In Valsessera, nel biellese, dalla fusione di quattro realtà confinanti (Vallemosso, Mosso, Soprana e Trivero) nascerà presto il Comune di Valdilana, che con 11.000 abitanti sarà il più grande Comune del Piemonte tra quelli formatisi da una fusione. Si tratta della prima volta che ben quattro enti piemontesi si fondono per dar vita a un unico Comune. Inoltre, sempre in provincia di Biella, si uniranno Quaregna e Cerreto Castello. “Inutile dire che ci troviamo di fronte ad una grande dimostrazione d’intelligenza da parte degli amministratori locali, i quali hanno sottoposto ai loro cittadini una dettagliata analisi costi-benefici e hanno fatto una scelta controcorrente, usando il campanile per guardare lontano e non per guardare la piazza”, commenta Emanuele Ramella Pralungo, sindaco di Occhieppo Inferiore e vicepresidente di ANCI Piemonte.
Nell’alessandrino una nuova realtà nascerà dalla fusione tra le amministrazioni di Lu e Cuccaro Monferrato. Come spiega Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure e vicepresidente di ANCI Piemonte: “Quando i Comuni riescono a dialogare con i cittadini e a far comprendere loro quelle che saranno le ricadute positive derivanti dalle fusioni, i risultati non mancano. L’unione tra Comuni è un percorso che va concertato e condiviso pubblicamente”.
Nel torinese, in Valchiusella, gli abitati di Vico Canavese, Meugliano e Trausella daranno origine al nuovo Comune di Valchiusa.
Nel novarese, invece, la consultazione referendaria per la fusione tra Gattico e Veruno ha avuto esito negativo. “In questo caso, gli enti preposti saranno chiamati ad effettuare ulteriori valutazioni – spiega Ignazio Stefano Zanetta, vicesindaco di Borgomanero e vicepresidente dell’ANCI regionale – quel che è certo è che i sindaci hanno operato in buona fede e nell’interesse delle loro comunità, valutando attentamente i pro e i contro di un eventuale fusione in piena autonomia e senza imposizioni. Ogni territorio, però, ha le proprie peculiarità e le proprie esigenze. E su questo occorre certamente riflettere”.
“In tutti i casi – conclude il presidente di ANCI Piemonte, Alberto Avetta – le proposte di fusione sono nate e cresciute nei territori e sono state maturate dai sindaci sulla base della loro esperienza quotidiana. L’ANCI Piemonte ringrazia queste comunità e i loro amministratori che, liberamente e consapevolmente, hanno deciso sul loro futuro”.
I nuovi Comuni nasceranno con il nuovo anno, solo dopo che il Consiglio regionale del Piemonte avrà ratificato l’esito del referendum tramite un’apposita legge istitutiva.
In allegato, la nota di lettura di ANCI Piemonte sul fenomeno delle fusioni nella nostra regione, con uno sguardo comparativo alla situazione nazionale.