“L’approvazione della legge che reintroduce l’educazione civica come insegnamento obbligatorio e ampliandone il perimetro, è un traguardo importante, un traguardo anche nostro, dei sindaci italiani e di quei centomila cittadini residenti in migliaia di Comuni, che entusiasticamente ci hanno appoggiato sottoscrivendo la proposta di legge che abbiamo voluto di iniziativa popolare”. Lo ha detto il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro.
Il testo approvato dal Senato recepisce diversi suggerimenti della proposta di legge lanciata dal Comune di Firenze e fatta propria dall’ANCI: la declinazione delle materie di insegnamento che vanno dallo studio della Costituzione, delle istituzioni dello Stato Italiano e dell’Unione europea, alla educazione ambientale, digitale, dei diritti umani, elementi del diritto del lavoro, educazione alla legalità, rispetto dei beni comuni; l’insegnamento oggetto di valutazione autonoma con un monte orario non inferiore alle 33 ore annue; la possibilità per i Comuni di collaborare organizzando iniziative con le scuole, in particolare riguardo al funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi e alla conoscenza storica del territorio; percorsi di formazione per i docenti.
“Noi crediamo che attraverso l’educazione civica si possa formare una migliore coscienza civile nei cittadini di domani – conclude Decaro -. Attraverso una partecipazione sentita e dal basso ai valori e ai beni comuni si può davvero migliorare la qualità della vita nelle nostre città. È il rispetto di quei beni e di quei valori comuni, che purtroppo a volte perché di tutti vengono percepiti come se fossero di nessuno, a fare di noi una comunità”.
Soddisfazione anche da parte di Cristina Giachi, presidente della commissione istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica dell’ANCI. “Si tratta di un traguardo reso possibile da una proposta partita da Firenze lo scorso anno – ricorda Giachi – poi accolta dai sindaci italiani e sottoscritta da centomila cittadini residenti in migliaia di Comuni”.
“Dal punto di vista tecnico si sarebbe potuto fare molto di più. Il Parlamento infatti ha corretto la proposta originaria: questa legge non mette risorse aggiuntive e soprattutto non dice chi insegnerà la materia. Tuttavia dobbiamo considerare che comunque un primo traguardo è stato raggiunto – conclude l’esponente ANCI – una parte di quel che dicevamo noi è stata accolta e di questo siamo felici. Sarà prevista l’attività dei Comuni, ad esempio. Inoltre l’ora diventa obbligatoria e questo è fondamentale”.