“La fascia tricolore che indossiamo non ci dà i superpoteri, per essere efficaci partiamo dall’ascolto”. Con queste parole, sabato mattina a Torino, il presidente dell’ANCI Antonio Decaro ha tracciato un bilancio dei suoi primi quattro mesi di mandato, davanti a una delegazione di sindaci, riuniti dal presidente regionale Alberto Avetta.
Decaro ha promesso il massimo dell’Associazione dei Comuni per lo sblocco del turn-over. “C’è da dare battaglia in sede di decreto enti locali – ha annunciato il presidente – se i Comuni hanno la curva di riduzione della spesa a una pendenza maggiore rispetto a tutte le articolazioni dello Stato, se quella relativa alla voce ‘costo del personale’ traccia un angolo di 90 gradi, è o non è arrivato il momento di restituirci qualcosa? Si può oppure no chiedere che ,se 100 vanno in pensione, 75 siano rimpiazzati, facendo notare al governo che non di aumento di spesa si tratta ma sempre di riduzione?”.
Decaro si è quindi soffermato sulle misure di natura finanziaria e sulla capacità di spesa per investimenti degli enti locali. “Oggi possiamo contare su alcuni benefici che oggettivamente ci mettono in una condizione differente rispetto al passato. L’assenza di tagli ai Comuni e alle Città metropolitane, rispetto alle quali, però, l’iter della riforma Delrio va ancora completato perché non possono sottrarci risorse e lasciarci funzioni. Tra il 2011 e il 2015 avevamo subito un insostenibile taglio di 9 miliardi di euro e perso altri 3,5 miliardi per effetto del peggioramento dei vincoli del patto di stabilità.
I continui cambiamenti nelle regole fiscali hanno lasciato ferite ancora aperte”, ha detto Decaro notando però come: “Tuttavia abbiamo ottenuto il riconoscimento di 300 milioni di euro sul fondo Imu-Tasi e il mantenimento della maggiorazione dello 0,8% sulla Tasi. Ci sono stati poi riconosciuti 300 milioni di euro, in 30 anni – nota dolente che richiederà un’ulteriore fase di trattativa – per le spese di funzionamento degli uffici giudiziari sostenute fino al 2015 e che, da allora, finalmente non toccano più a noi. Importante infine lo stanziamento del fondo periferie, 2 miliardi e 100 milioni che finanziano integralmente i progetti presentati e consentono di avviare quell’operazione di rammendo di cui parlava Renzo Piano”.
Decaro ha rivendicato anche la crescita della spesa per investimenti da parte dei Comuni, stimata in un 14 per cento in più nell’ultimo quinquennio, “I primi dati del 2016 mostrano un ammontare complessivo di impegni per le spese di investimento pari a oltre 40 miliardi di euro. Risorse che significano più cantieri aperti, più opere realizzate, imprese finalmente pagate e l’economia che si rimette in moto”.
Infine, in una regione ricca di piccoli Comuni come il Piemonte, il presidente dell’ANCI si è soffermato su un’altra iniziativa legislativa che vede l’associazione protagonista: “Metto tra gli impegni dell’immediato futuro la legge per i piccoli Comuni. Dovrà tener conto di due principi. Primo, i piccoli Comuni hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. Secondo, l’associazionismo deve essere volontario e non rigidamente imposto per legge con criteri immaginati a Roma. Solo così raggiungerà lo scopo di rafforzare la governance e garantire servizi migliori al cittadino”.