“Il regalo che vorrei dal presidente del Consiglio Conte? Di dare ai sindaci la semplificazione delle norme liberandoci da impegni che esulano dalle nostre responsabilità e, così facendo, di liberare le comunità che dobbiamo amministrare. Il sindaco non può essere responsabile di tutto, anche dell’indice di vulnerabilità delle scuole che tocca invece alla Protezione civile. Se lo chiedono a noi finisce che, come ha detto il mio collega sindaco di Benevento, potremmo chiedere lo stesso per la Prefettura o per gli uffici regionali, chiudendoli in caso di mancanza di questo dato”. Lo ha affermato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervistato dal giornalista Luca Telese durante un colloquio a tutto campo che ha caratterizzato la giornata finale della XXXV Assemblea nazionale dell’Anci, poco prima dell’arrivo del premier Conte. (leggi la relazione introduttiva del presidente).
Sollecitato dal giornalista, il presidente dell’Anci si è soffermato su tutti gli argomenti al centro del confronto con il governo in vista della definizione della Legge di Bilancio, ad iniziare dalla cosiddetta pace fiscale.
“La pace fiscale va benissimo, ma è importante che il governo non la faccia sui bilanci dei Comuni costringendoci a tagliare servizi che dobbiamo garantire ai cittadini”, ha sottolineato Decaro. “In questi anni, tra fondo di perequazione, fondo di dubbia esigibilità e rinnovo dei contratti per i dipendenti, doveroso dopo 10 anni di attesa, i soldi veri li abbiamo messi noi dei Comuni. Di fatto il comparto dei sindaci è stato il vero custode dei conti pubblici, perdendo 15 miliardi eppure – ha ribadito – siamo riusciti a tenere unite le comunità e garantire i servizi”.
Questo a dispetto del fatto che spesso il governo pensa che i sindaci facciano un uso distorto delle risorse pubbliche. Un esempio viene dalle norme che impongono la dismissione delle municipalizzate affidate in house. “Ma perché come sindaco devo vendere un’azienda comunale che mi crea degli utili consentendomi di garantire attività sociali ai cittadini?”, si è chiesto Decaro. “Le municipalizzate non servono per piazzare gli amici degli amici, fate una norma che ci obblighi a chiuderle se non generano utile, ma non a cederle a prescindere dal loro valore”, è l’appello al governo del presidente.
Nella lunga analisi svolta insieme a Telese, Decaro si è poi soffermato su due temi di stretta attualità, partendo dal decreto sicurezza ed immigrazione. “I Comuni non vogliono cancellare l’esperienza dello Sprar che ha garantito accoglienza ed integrazione, ma non perché vogliamo gestire il problema in autonomia. Dobbiamo essere consapevoli – ha spiegato il presidente– che se chiudiamo lo Sprar e rinunciamo alla protezione internazionale, non è che i migranti tornano automaticamente nel loro Paese. Il problema della loro accoglienza rimarrà aperto, e non saranno più i sindaci a doversene occupare, bensì i prefetti. Non vorrei che si finisca per tornare ai Cas, alle esperienze negative di Conia o di Mineo”, ha ammonito Decaro.
E’ stata poi la volta della battaglia vinta sul ‘bando periferie’. “Alla fine abbiamo risolto il problema e di questo ringrazio personalmente il presidente Conte che ha mantenuto la parola data”, ha riconosciuto il presidente Anci, grato anche dell’impegno profuso dal sottosegretario alla Presidenza Giorgetti. “Veramente ho pensato ad un furto con destrezza, perché con un emendamento notturno ci erano stati tolti fondi previsti da contratti firmati. Ma ragionando insieme – ha spiegato Decaro – abbiamo trovato la soluzione spalmando i fondi disponibili e garantendo la continuità dei progetti”.
Infine, dal presidente Anci un accenno al tema del reddito di cittadinanza. “In questi anni molti Comuni, tra cui Bari e Livorno hanno realizzato numerose esperienze per gestire sul territorio questi strumenti di welfare in modo proficuo. Il governo trovi la soluzione e la formula che ritiene opportuna. Ma se volete gestire il reddito, parlate anche coi Comuni che magari possono avere qualche idea innovativa per gestirlo a vantaggio dei cittadini”, ha concluso Decaro.