“Abbiamo 564 milioni di ragioni per pretendere che lo Stato centrale faccia chiarezza: i 564 milioni di euro che dovevano tornare nella disponibilità dei Comuni già nel 2019 e che invece rischiamo di non vedere nemmeno con la nuova manovra. Chiediamo al governo di fare chiarezza: o ce li restituite oppure approvate una nuova norma che stabilisce che il taglio temporaneo a danno dei Comuni diventa permanente.
Ma lo si deve dire chiaramente e accettare le conseguenze. I sindaci sono responsabili, e l’abbiamo dimostrato in questa e in moltissime altre vicende, ma non sono stupidi. A 564 milioni ammontava il contributo richiesto ai Comuni nel Dl 66 del 2014, che rivedeva la spesa pubblica in nome “della competitività e della spesa sociale”.
Ma quel contributo aveva una scadenza: il 2019, appunto. Una scadenza rispettata per Province e Città metropolitane. Per i Comuni, invece, no. Ora non esiste ragione per cui quelle risorse non vengano ripristinate. E troviamo sinceramente sconcertante che dal precedente governo ci rispondessero “fate ricorso” e che il nuovo governo aggiorni la dichiarazione con un invito ad “aspettare l’esito del ricorso”.
Se per loro si tratta di prendere tempo, per noi si tratta di tenere i nostri equilibri in bilancio. O meglio di far sopravvivere i servizi dei quali i nostri cittadini hanno bisogno. Perché mentre noi facciamo ricorso, gli intonaci delle scuole crollano, le corse degli autobus diminuiscono e gli asili nido chiudono”. Così il presidente nazionale ANCI, Antonio Decaro.