Continua e si fa più circostanziato e rigoroso il contributo dei Comuni al nuovo disegno di legge sulla Montagna, provvedimento del governo particolarmente importante e atteso. Ieri si è tenuta una partecipata riunione del Gruppo Montagna di ANCI nazionale, di cui fanno parte i rappresentanti delle diverse ANCI regionali con l’obiettivo di costruire un parere unitario sul nuovo testo del Ddl.
Un testo che riprende in gran parte la struttura di quello detto ‘Gelmini’ (mai arrivato al voto finale) che aveva già a suo tempo recepito alcune osservazioni del Gruppo ANCI, “ma restano alcune criticità importanti – spiega la coordinatrice del gruppo, Marina Lauri – come la classificazione dei Comuni montani, gli interventi sui servizi (sanità, scuola e trasporti), il sostegno all’agricoltura di montagna ed i servizi ecosistemici”. Dall’incontro sono quindi emerse le prime proposte.
Un punto particolarmente sentito è quello sulla classificazione dei Comuni, che non può basarsi solo sui criteri altimetrico e di pendenza: ANCI chiede che “siano previsti altri criteri, che tengano conto delle diversità dei territori e rappresenti situati in territori di fondovalle o alle pendici delle montagne, che scontano, per evidenti condizioni di contesto (ambientale, economico e sociale), tutti gli svantaggi delle terre alte. In sintesi, va evitata ogni netta disparità tra alpi e appennini, anche al fine di scongiurare l’esclusione dei secondi dal beneficio della norma”.
C’è poi una proposta di carattere generale e riguarda il rapporto città-montagna. Come spiega Lauri, “andrebbe resa chiara la necessità di una politica non più “per” per la montagna ma “con” la montagna, l’economia, l’industria e i cittadini che vivono nelle aree urbanizzate dipendono, per l’approvvigionamento alimentare, l’utilizzo dei suoli, le attività turistiche, l’energia, le risorse idriche, l’aria pulita e le materie prime, dai territori periferici. I servizi ecosistemici sono centrali per questo nuovo rapporto. L’elemento centrale da rafforzare è quello del principio di sussidiarietà tra montagna e aree metropolitane, nella definizione delle politiche, delle strategie e della programmazione”.
Si parla poi dei servizi territoriali, che si chiede vengano progettati in modo innovativo. Secondo ANCI “la nuova legge deve individuare i percorsi e gli strumenti necessari all’introduzione di criteri inversamente proporzionali alla popolazione nella progettazione e finanziamento dei servizi in montagna (come scuola e sanità); inoltre “andrebbe prevista la modalità di sviluppo delle produzioni agroalimentari di qualità di questi territori attraverso una legge specifica per garantire la gestione delle risorse ambientali, promuovere le filiere locali e garantire redditività alle aziende e occupazione locale”. Infine i trasporti, ANCI chiede che sia inserito nella legge siano inserite “norme specifiche con soluzioni innovative per le caratteristiche dei territori montani, superando le rigidità di settore”.