“Al ministro Boccia, che ringraziamo per essere intervenuto, abbiamo posto le nostre priorità sulle Città metropolitane. Un tagliando alla legge Delrio quindi una verifica sulle funzioni, sugli organi di governo, sulle relazioni tra consiglio metropolitano e conferenza sindaci. Il finanziamento dell’Agenda urbana, portando la quota del sei al dieci per cento del finanziamento strutturato da dare direttamente alle città. Sbloccare ma davvero, già da domani mattina il bando periferie per i 96 enti che hanno subito l’effetto dello stop di un anno fa, e finanziare in maniera strutturata un Piano nazionale ad hoc”. Così il presidente nazionale dell’ANCI, Antonio Decaro, al termine del coordinamento dei sindaci delle Città metropolitane, svoltosi a Bari alla presenza del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

“Il ministro – ha detto Decaro – ci ha detto di voler coinvolgere le città nella discussione sull’autonomia differenziata. Noi accogliamo la proposta, del resto è da sempre la nostra richiesta. Si parta dai livelli essenziali di assistenza, si parta dalle città”. Per questo Decaro ha ribadito la necessità di “riproporre il Pon Metro e i patti con le Città metropolitane. Decaro è poi tornato sulle periferie per ribadire la necessità di attenzione che meritano. “Amministriamo il 40 per cento della popolazione ed è nelle grandi città che si concentra il maggior disagio sociale ed economico. Appunto nelle periferie. Si finanzino interventi in maniera strutturale, per poter programmare e pianificare gli interventi di ricucitura che i cittadini aspettano da troppi anni”.

Fondamentale per Dario Nardella, primo cittadino di Firenze e coordinatore dei 14 sindaci metropolitani, “la questione dell’identità e dell’autonomia fiscale di questi enti. Attendiamo un impegno concreto dal governo affinché la riforma Delrio sia completata e dia alla Città quel ruolo di volano per lo sviluppo del territorio che gli compete”.

“Rivalutare e rivitalizzare le periferie sia fisiche che esistenziali” è la priorità secondo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che durante i lavori ha annunciato per il 14 ottobre “un evento a Palermo su tutte le centinaia di interventi sulle periferie fatti in Italia. Sarà l’occasione – ha precisato – per chiedere l’inserimento delle periferie nell’agenda urbana 2020-2026 affinché si stabilisca finalmente un rapporto diretto con la il centro della città”.
Di autonomia, dei Comuni ma anche di quella cosiddetta differenziata al centro del dibattito politico, ha parlato il primo cittadino di Bologna, Virginio Merola. “È una vicenda nata male – ha rimarcato – e la prova sta nel fatto che i Comuni dialogano e trattano al ministero dell’Interno le proprie questioni mentre le Regioni fanno lo stesso al ministero per gli Affari regionali. Serve un unico interlocutore, per riaprire una discussione contestuale e concreta che non si disperda tra i vari ministeri”.

Presente a Bari il neo ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, intervenuto nel pomeriggio. Incontrando i giornalisti a margine della riunione, ha parlato di un incontro “utile e andato molto bene. Un confronto molto costruttivo con i sindaci delle Città metropolitane. È bene che il governo, la maggioranza e il Parlamento – ha detto – si occupino di una riforma incompiuta che abbiamo il dovere di completare”.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a Boccia ha posto alcune questioni: “Le Province restano o no? Quando leggeremo il testo della riforma sulla autonomia differenziata? Se si chiudono di nuovo le Province serve rivitalizzare le Città metropolitane altrimenti tutto sarà ancora una volta inutile”. A Brugnaro hanno fatto eco le sindache di Roma, Virginia Raggi e quella di Torino, Chiara Appendino. Per la Raggi “fare manutenzione su strade e scuole di competenza delle ex Province è impossibile senza fondi. Se vogliamo rendere questi enti funzionali ed efficienti dobbiamo ripartire dalle risorse perché i cittadini non possono più attendere”. E di “istituzionalizzazione del patto tra governo e Città” ha parlato Chiara Appendino, “perché – ha tenuto a precisare – se si personalizzano gli accordi si producono effetti negativi come in passato. La Città metropolitana è un’interlocutore di pari dignità istituzionale anche se questo può creare imbarazzi con le Regioni, con cui c’è un rapporto di collaborazione da ripristinare”.

Infine il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. “E’ fondamentale definire dei livelli essenziali delle prestazioni, per evitare meccanismi di guerra tra nord e sud. Ancora oggi rispetto a servizi analoghi ci sono comportamenti diversi da parte dello Stato centrale. Ad esempio sugli asili nido dove ci sono diversità tra città e città. Noi, ad esempio, li teniamo aperti tramite i fondi Pac che dovrebbero essere fondi aggiuntivi ma si sono trasformati sostitutivi dei fondi statali. Il restyling della riforma Delrio, che auspichiamo arrivi a breve, tenga conto anche di questo”, ha concluso il primo cittadini di Reggio Calabria.