Città Metropolitane non subalterne alle Regioni ma con un ruolo chiaro, che parta da tre principi di base: risorse dedicate, funzioni autonome e certe, pari dignità istituzionale, così come sancito dalla Costituzione e dalla riforma Delrio. Sono questi i punti centrali discussi nel corso dalla riunione di coordinamento dei sindaci delle Città metropolitane, svoltasi oggi pomeriggio a Roma nella sede Anci. La riunione – presieduta dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro e dal coordinatore delle Città metropolitane ANCI, Dario Nardella – è servita per fare il punto sulla proposta di revisione della Legge Delrio, che l’ANCI sta predisponendo e che presto presenterà al governo.
“Il quadro politico è cambiato – ha detto Decaro nel suo intervento – e se prima c’era un governo che spingeva molto sulle Città metropolitane volendo chiudere le Province con un referendum, adesso le posizioni sono cambiate e si valuta anche un ritorno alle elezioni dei Consigli provinciali. A prescindere dalle posizioni in campo – ha continuato Decaro – l’ANCI rappresenta 14 città con tutta la loro autorevolezza. La nostra proposta sarà presa in considerazione se sarà la più unitaria e forte possibile”.
“Diciamo no alle Città metropolitane ‘cugine sceme’ delle Regioni”. Usa l’ironia Dario Nardella per chiedere “un profilo autonomo, chiaro e non stiracchiato delle Città metropolitane rispetto alle concomitanze e competenze delle Regioni. Dobbiamo tendere ad una visione d’insieme, che abbia una connotazione chiara sulla pianificazione strategica, sull’autonomia fiscale e sul ruolo di coordinamento sul territorio del sindaco metropolitano”. Anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha rimarcato come sia necessaria “una piena autonomia finanziaria, senza aggiungere il centralismo regionale a quello statale, soprattutto nella costituzione dei fondi. Se devo ricevere risorse da un’altra istituzione che sia lo Stato, senza il tramite delle Regioni”. Di “grande scelta che non può essere uccisa nella culla” ha parlato dal canto suo il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, “per non tornare indietro di anni. Sarebbe il caso – ha aggiunto – inserire nelle funzioni fondamentali anche quella dei rifiuti, per affrontare in maniera strutturata e gestire una questione molto delicata sia nei capoluoghi sia nei Comuni dell’hinterland”.
Della elezione diretta ha invece parlato la sindaca di Torino, Chiara Appendino. “Quando mi presento da sindaco eletto – ha detto – ho un peso diverso rispetto a quando mi presento come sindaco metropolitano nominato. Questo non vuol dire che bisogna eleggere il sindaco metropolitano ma se la Provincia torna ad essere un ente eletto serve il giusto contrappeso, per evitare disparità e paradossi tra i due enti”.