“Non siamo contrari ad una ipotesi di esenzione complessiva ed assimilazione all’abitazione principale per i residenti all’estero iscritti all’AIRE rispetto ai pensionati esteri non iscritti. Questa ipotesi, infatti, va nella direzione di una maggiore equità ed equiparazione dei sistemi al momento a regime. Tuttavia, rileviamo che stiamo assistendo ad una progressiva riduzione della potestà regolamentare e ad un restringimento dell’autonomia finanziaria dei Comuni, garantita dalla Costituzione, per il finanziamento dei propri servizi. Pertanto, chiediamo solo che sia considerato l’impatto che l’esenzione avrà sui bilanci comunali, quantificando in prima battuta un ristoro di circa 20 milioni di euro in attesa di definirlo esattamente nelle sedi tecniche”. Lo ha evidenziato Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale, presidente Ifel e sindaco di Novara, intervenuto davanti alla Commissione Finanze della Camera, nell’ambito dell’esame delle modifiche di legge proposte in materia di equiparazione del regime fiscale nell’applicazione dell’imposta municipale propria e dell’imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti all’AIRE (il documento di audizione).
Canelli ha riconosciuto che la nuova norma darebbe un nuovo impulso soprattutto nei territori più colpiti dall’effetto ‘spopolamento’ favorendo “la valorizzazione e la conservazione del patrimonio edilizio nei Comuni interessati”. Tuttavia, il delegato Anci ha ricordato come “con l’entrata in vigore della nuova IMU, le agevolazioni per le abitazioni possedute dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato sono state totalmente soppresse. A partire dal 2021 è stata poi prevista la riduzione del 50% dell’IMU e di due terzi della TARI per i soggetti non residenti in Italia e titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia; mentre solo per il 2022 per gli stessi soggetti è stata prevista un’ulteriore riduzione dell’IMU al 37,5% in luogo del 50%”.
In sostanza l’ANCI non ha chiuso alla possibilità che si arrivi all’assimilazione nel trattamento dell’abitazione principale per i residenti all’estero iscritti all’AIRE rispetto ai pensionati esteri non iscritti. A conferma di questa posizione, Canelli ha ricordato come nel 2013 risultassero aver applicato in autonomia l’assimilazione dell’abitazione posseduta da residenti all’estero, alla sola condizione dell’assenza di locazione, circa 3200 Comuni (il 39,5% del totale) per una popolazione totale di circa 26,7 mln. di abitanti (circa il 45%). Si tratta solo di “definire una giusta copertura finanziaria delle nuove disposizioni che dovranno trovare perfetta compensazione nel riassetto dell’entrata soppressa”. Infatti, le compensazioni relative alle agevolazioni – 12 milioni di euro annui a fronte della riduzione di IMU e TARI, a cui si sono aggiunti ulteriori 3 milioni di euro per il solo anno 2022 – non sono sufficienti.
“Non potendo allo stato valutare gli effetti dei dispositivi in discussione e considerando il forte ampliamento che deriverebbe dall’inclusione di tutti i soggetti iscritti all’AIRE, senza distinzioni di età o condizione di pensionamento, si ritiene che la norma dovrebbe prevedere una dimensione massima dell’ammontare dell’ulteriore ristoro significativamente maggiore di quanto prospettato (non meno di 20 milioni di euro annui). Ma non escludiamo che dagli approfondimenti tecnici successivi – ha concluso Canelli – si arrivi anche ad una somma minore”.