“I giovani amministratori possono essere motore e punto di ripartenza delle comunità contribuendo a realizzare il piano straordinario di investimenti previsti dall’Europa con il Recovery Fund che, non a caso, è stato chiamato Next Generation Europe. Sta ai giovani amministratori, per anagrafe i più vicini alle nuove generazioni, capire le loro esigenze. E sempre a loro, da responsabili delle comunità, tocca comprendere per conto dello Stato cosa il Paese può e deve dare alle giovani generazioni. Solo un governo che investe sui giovani può dare un futuro al Paese e vincere le sfide che abbiamo di fronte”. E’ il messaggio lanciato da Luca Baroncini, sindaco di Montecatini Terme e coordinatore nazionale di Anci Giovani, nella sua relazione alla XI Assemblea di Anci Giovani apertasi oggi in presenza e in streaming all’Auditorium della Conciliazione di Roma.
Un’assemblea, la prima del post pandemia, che Baroncini ha iniziato dedicando un minuto di silenzio della sua relazione “a coloro che hanno perso la vita nella guerra alla pandemia, ma anche per ringraziare tutti coloro grazie al cui impegno milioni di altre vite sono state salvate”: medici, infermieri, operatori sanitari, volontari delle associazioni e della protezione civile, forze dell’ordine e tutti gli amministratori comunali e sindaci d’Italia.
“Gli interrogativi che gli amministratori si erano posti nelle altre dieci assemblee – ha sottolineato il coordinatore – erano completamente diversi da quelli che ci porremo da ora in poi. Per questo non voglio dire undicesima, ma decima prima: perché è la prima di un mondo nuovo e di nuovi problemi, di nuovi interrogativi”.
Una sfida, questa della ripartenza, cui gli amministratori under 36 si sono fatti trovare pronti con un pacchetto di proposte già presentato alla ministra per le politiche giovanili Dadone. “Grazie a tutti i coordinatori delle Anci giovani regionali abbiamo raccolto dai territori una serie di idee che poi abbiamo sintetizzato in un ‘decalogo’ portato sul tavolo del ministro da cui abbiamo trovato disponibilità e ascolto”, ha ricordato Baroncini.
Uno dei temi su cui misurarsi è quello della riforma della P.a. con una forte sburocratizzazione e la velocizzazione delle procedure amministrative. In questo senso, il coordinatore di Anci giovani ha ‘messo a frutto’ la presenza del ministro Renato Brunetta per lanciare una proposta di modifica del Tuel sul numero dei rappresentanti negli organi istituzionali dei Comuni. “La classificazione delle esigenze di rappresentanza e governabilità dei municipi, va scollegata dal mero numero degli abitanti del Comune perché – ha evidenziato – non è un meccanismo che produce efficienza. Ci sono Comuni di 30mila abitanti che gestiscono l’ordinario e altri di 15mila che hanno i problemi e il giro d’affari di un capoluogo di provincia”.
Questa voglia di partecipare e proporre degli under 36 stride, però con i risultati di una recente ricerca Istat secondo cui solo il 28,4% degli amministratori comunali ha meno di 40 anni, con un dato in calo di 3 punti rispetto al 2010. Mentre un sondaggio di Anci rileva che il 97% dei giovani amministratori pensa che sulla decisione di non candidarsi pesi abbastanza o addirittura molto l’immagine negativa dei politici nell’opinione pubblica, anche venendo spesso esposti a campagne diffamatorie sui social e sui media, che colpiscono pure i familiari.
“Leggiamo che sempre meno persone vogliono candidarsi o vogliono fare il sindaco. Ma sta a noi, in primis a noi giovani amministratori – è il monito di Baroncini -, batterci per invertire questa tendenza, raccontando le nostre esperienze, il nostro lavoro, il nostro servizio, il nostro spirito. Noi giovani siamo la categoria che lotta senza arrendersi per cambiare, che lotta non solo per noi, ma per chi verrà a fare il sindaco dopo di noi. Anche perché – ha Baroncini – fare l’amministratore comunale e in particolare il sindaco è il ruolo più bello in assoluto”.