“I Comuni non possono più attendere, la Banda Ultra Larga è una priorità per lo sviluppo dei territori. Chiediamo alla Regione di farsi parte diligente e di aiutarci a superare le difficoltà che rischiano di mettere in crisi la realizzazione dell’opera”.
Così il vicepresidente all’Innovazione di Anci Piemonte, Michele Pianetta, a margine della Cabina di Regia sulla BUL, riunitasi a Torino nella sede della Regione alla presenza dei vertici di Infratel e Open Fiber. Nel corso dell’incontro sono emerse forti criticità in merito al prosieguo dei lavori nelle province di Novara e Torino (in un primo tempo le criticità riguardavano anche le province di Asti e Cuneo), dove una “difformità di interpretazione normativa riguardante le opere di ripristino del manto stradale rischia di mettere in discussione l’avanzamento del piano BUL in molti Comuni”.
Sulla questione interviene anche il presidente di Uncem Piemonte, Lido Riba: “Soggetti autorizzativi come Città metropolitana, province, soprintendenze non devono rallentare i processi legati allo sviluppo e al futuro stesso dei territori. La Regione rimuova ogni resistenza con azioni tecniche e politiche”. E ancora: “In un anno e mezzo sono stati autorizzati cantieri in 218 Comuni piemontesi ed ora, se vogliamo rispettare gli obiettivi previsti, abbiamo meno di sei mesi per avviare i lavori in altri 180 cantieri. Di questo passo, però, corriamo il rischio di veder andare in fumo buona parte dei fondi europei”.
“In sede di gara nazionale era previsto che venisse coperto dalla fibra almeno il 17% del territorio piemontese, oggi i piani di Open Fiber e Infratel prevedono una copertura del 78% – proseguono Riba e Pianetta – eppure, nonostante questi dati, c’è il pericolo di non veder posata la fibra in buona parte del Piemonte”.
Da qui l’appello alla Regione, “alla quale un anno fa – rammenta Pianetta – avevamo proposto di reinvestire i risparmi da ribasso di gara per ovviare ai problemi che si sarebbero presentati in corso d’opera. Siamo disposti a fare la nostra parte e ad incontrare ancora una volta le province per cercare una mediazione, ma non possiamo assolutamente perdere i 284 milioni di fondi europei necessari per superare una volta per tutte il digital divide”.