Partiranno tra maggio e giugno i lavori per la realizzazione della banda ultra larga in Piemonte nelle aree a fallimento di mercato. Se ne è parlato in un incontro organizzato dalla Regione, con i sindaci dei Comuni interessati alla prima fase degli interventi, cui i rappresentanti di Open Fiber, aggiudicatario della gara, di Infratel ed i funzionari regionali hanno illustrato il quadro degli interventi e fornito i chiarimenti di tipo tecnico e amministrativo. All’incontro hanno partecipato anche le associazioni di rappresentanza degli enti locali piemontesi.
I comuni piemontesi interessati alla prima fase degli interventi sono 132 (quasi tutti hanno già firmato le convenzioni operative) e coinvolgono una popolazione di quasi 300 mila abitanti. Le fonti di finanziamento pubbliche per la bul in Piemonte nella aree cosiddette “bianche” (a fallimento di mercato), sono complessivamente di 284 milioni di Euro, così ripartite: 195 milioni Par Fsc, 44.3 Por Fesr e 45.6 Por Feasr. A queste risorse si aggiungeranno altri 200 milioni di Euro di investimenti privati.
Dopo la firma del contratto con Open Fiber nel mese di novembre e a seguito dell’approvazione del progetto definitivo da parte di Infratel, l’aggiudicatario dovrà redigere il progetto esecutivo entro 60 giorni e dare, quindi, avvio ai lavori di infrastrutturazione. Prima di questa fase e quindi nelle prossime settimane, è prevista una serie di sopralluoghi nei territori interessati durante la redazione dei progetti esecutivi, volta all’individuazione di infrastrutture, pubbliche o private, riutilizzabili per la posa della fibra ottica (ad esempio strutture di illuminazione pubblica, sottoservizi ecc.), di spazi o aree idonee all’ospitalità delle varie strumentazioni, nonché la verifica dei vincoli da rispettare su aree specifiche.
L’intervento sulla BUL si annuncia complesso soprattutto per la mole di autorizzazioni necessarie (Infratel ne ha calcolate circa 9.000 solo in Piemonte). Da qui l’importanza della concertazione territoriale.
Il piano regionale sulla banda ultra larga mira anche alla salvaguardia e valorizzazione degli investimenti già attuati, alla tutela e valorizzazione dei piccoli operatori locali (che avranno pari opportunità di accesso) e allo stimolo alla domanda attraverso la diffusione dei servizi regionali digitali.
La rete realizzata sarà data in concessione per 20 anni all’aggiudicatario e rimarrà di proprietà pubblica.
L’assessore all’attività produttive, presente all’incontro, ha sottolineato come i fondi europei impegnati per il piano BUL non vengano rendicontati sulla base della fibra posata ma sulle effettive unità abitative connesse. L’assessore ha ringraziato ANCI, UNCEM e UPI per la collaborazione dimostrata, nell’ambito di un lavoro senz’altro impegnativo, ma che risulta fondamentale e strategico per il territorio.
L’importanza dell’investimento è stata rimarcata anche dall’assessore all’agricoltura, che ha anche auspicato un cambiamento di mentalità per le aree rurali, per cogliere al massimo le opportunità di questa sfida.
In allegato l’elenco dei comuni di prima fase