“Le misure previste finora nel decreto Rilancio sono insufficienti a coprire le esigenze che ricadono sui bilanci delle amministrazioni. Confidiamo che nel corso dell’iter di approvazione in parlamento si trovino nuove risorse con cui i Comuni potranno garantire i servizi essenziali ai cittadini”. Questo l’auspicio dei sindaci di Torino, Chiara Appendino, Firenze, Dario Nardella e Genova, Marco Bucci, al termine della riunione coi capigruppo della Camera, in vista della conversione in legge del decreto contenente diverse misure finanziarie, varato dal governo. All’incontro hanno partecipato anche il presidente dell’ANCI  Antonio Decaro, e i sindaci Virginia Raggi (Roma), Giuseppe Sala (Milano), Leoluca Orlando (Palermo), Luigi Brugnaro (Venezia), Paolo Truzzu (Cagliari), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria) e Salvo Pogliese (Catania).

“Abbiamo inaugurato una collaborazione fondamentale per il futuro delle nostre città – ha detto Dario Nardella -. La conversione del decreto sarà l’occasione per trovare ulteriori risorse a favore dei nostri cittadini: le misure previste sono necessarie ma non sufficienti. Abbiamo apprezzato la grande disponibilità di tutti i gruppi sui temi posti: dalle mancate entrate delle imposte di soggiorno e della TARI alla semplificazione burocratica, dalla riduzione dell’accantonamento al fondo dei crediti di dubbia esigibilità alla sostenibilità del trasporto pubblico locale. Porteremo ai capigruppo della Camera un pacchetto di emendamenti secondo le priorità da condividere con tutti loro”.

“Nel corso di questi mesi i Comuni hanno dimostrato di saper gestire la situazione con competenza e risultati, un esempio su tutti è la partita dei buoni spesa”, ha sottolineato il sindaco di Genova Marco Bucci.

“In questo momento di crisi – ha concluso Chiara Appendino – i Comuni si sono trovati in gravi difficoltà economiche ma, nonostante tutto, hanno garantito i servizi ai cittadini e dovranno continuare a farlo. Per questo motivo è assolutamente necessario che tutti facciano la loro parte per dare agli enti locali le risorse necessarie. Alla luce del fatto che quelle stanziate sin qui, seppur importanti, non sono sufficienti a garantire il mantenimento dei servizi essenziali”.