“L’impianto del Codice dei contratti pubblici presenta elementi di positività, ma vanno modificate alcune norme, specie sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, qualificando “di diritto”, ovvero di “diritto con riserva” anche i Comuni capoluogo, come le Città metropolitane”.
Lo ha detto Gianluca Galimberti, membro del direttivo ANCI, partecipando ad un’audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo relativo al nuovo codice dei contratti pubblici. “Senza tali modifiche, il timore dell’Associazione è che ci sia una grave carenza di stazioni appaltanti e centrali di committenza, rischiando – ha sottolineato Galimberti – di non poter procedere all’affidamento di lavori, servizi e forniture e quindi sostanzialmente bloccando gli investimenti nel Paese. Puntiamo alla professionalizzazione, ma il ruolo della qualificazione va interpretato in modo da garantire l’operatività dei Comuni che assume un ruolo cruciale in questa fase”. Va poi semplificata “la procedura farraginosa per la ricerca delle centrali di committenza qualificate da parte di soggetti non qualificati, così da giungere in tempi rapidi all’affidamento richiesto, eliminando i lunghi tempi di attesa adesso previsti”.
Galimberti ha rappresentato gli elementi di positività del nuovo codice, relativi “alla conferma a regime delle semplificazioni già previste dai precedenti decreti legge in materia, oltre all’innalzamento della soglia oltre cui vige l’obbligo di qualificazione per l’affidamento dei lavori, che il nuovo Codice porta a 500mila euro”. Si tratta di “una soglia che riteniamo equa e oltre la quale scatta l’obbligo di aggregazione e di qualificazione per gli affidamenti di lavori ma non per gli affidamenti diretti degli stessi, la cui soglia resta invece fissata a 150mila euro anche nel nuovo codice”.
Galimberti ha poi segnalato alcuni aspetti critici del nuovo Codice auspicando: “interventi rispetto alla semplificazione, alla fase di programmazione delle opere e sulle opere a scomputo, chiarendo che il privato può fungere da Stazione appaltante in deroga al sistema della qualificazione”. Ha inoltre evidenziato “la necessità di rivedere la procedura di revisione prezzi per renderla maggiormente celere, sanando anche l’anomalia relativa al decreto aiuti ( dl 50/2022) e prevedendo per le opere PNRR l’accesso al fondo MEF anche alle amministrazioni che hanno avviato le gare dei lavori prima del 18 maggio 2022 nonché, sempre in materia di PNRR, prevedendo la possibilità di porre a carico dei quadri economici dei progetti finanziati anche le spese di personale per l’attività di rendicontazione, particolarmente complessa e complicata”.
Per concludere, è stata rimarcata la necessità di “un congruo periodo transitorio rispetto all’entrata in vigore del sistema di qualificazione che tenga conto della necessità di realizzazione degli interventi del PNRR”. Su questi punti “il governo, in sede di Conferenza Unificata si è impegnato, a verificare specifici interventi correttivi, auspichiamo, ha concluso Garimberti, che anche il Parlamento faccia proprie queste richieste di modifica nel momento in cui dovrà esprimere il proprio parere”.