“Se il ministro finalmente, a nome del Governo, intende farsi carico di quello che da anni stiamo sostenendo come associazione dei Comuni, ben venga. Se invece intende individuare una istituzione sulla quale scaricare le responsabilità sbaglia di grosso. In tutti gli incontri e in tutte le occasioni, l’Anci da tempo sostiene con forza la necessità di varare un piano straordinario per la manutenzione del territorio. Se è questo quello che oggi propone il ministro, noi sindaci siamo pronti a collaborare come, del resto, facciamo quotidianamente ispirandoci ai principi costituzionali di leale collaborazione perché sappiamo che solo sentendoci parte della stessa squadra possiamo salvare questo Paese”.
E’ quanto afferma Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari rispondendo così al ministro dell’Ambiente, Costa, che, in una intervista apparsa su un quotidiano odierno, parla di mancata spesa, da parte dei Comuni, dei fondi contro il dissesto idrogeologico.
“Francamente, l’esperienza della struttura del ministero dell’Ambiente “Italia Si cura”, interrotta per volontà del Governo nel 2018, mi sembra che stesse con fatica cercando di coordinare gli interventi. Hanno ritenuto che fosse inadeguata? Non ha raggiunto gli obiettivi prefissati? Se si vuole, allora, reimpostare tutto magari puntando sui Comuni, noi siamo pronti. Chi amministra i Comuni è abituato a dimostrare, senso di responsabilità e determinazione nell’affrontare i problemi, soprattutto nei momenti più drammatici. I Comuni sono i principali investitori pubblici in questo Paese, con percentuali di resa ed efficienza incommensurabili rispetto agli altri livelli di governo. Lo misura la presidenza del Consiglio dei ministri, da ultimo nel rapporto di aprile 2020. Oggi, quello che noi rivendichiamo non sono solo finanziamenti ma anche competenze e regole semplificate soprattutto per i piccoli Comuni. Questi ultimi rappresentano un presidio importante per il territorio, sia per la sua integrità che per la sua valorizzazione. Da anni chiediamo di mettere in campo politiche attive per evitare lo spopolamento e per contrastare il dissesto idrogeologico. I ritardi, di cui parla il ministro, si accumulano, come lamentiamo da tempo, nelle fasi che precedono l’avvio dei lavori: erogazione delle risorse, programmazione. Fasi delle quali rispondono le Regioni e i ministeri”.