“I sindaci sono contemporaneamente la figura istituzionale in cui i cittadini ripongono maggiore fiducia e gli unici esponenti politici ineleggibili al Parlamento: a causa delle attuali norme, una eventuale candidatura per rappresentare i propri cittadini a Montecitorio o a Palazzo Madama sarebbe possibile solo dimettendosi sei mesi prima delle elezioni.
Una condizione che a nostro avviso lede il rapporto democratico tra elettore e sindaco. Per questo motivo il primo impegno dell’ANCI, a partire da oggi, sarà quello di chiedere la cancellazione dell’ineleggibilità dei primi cittadini a favore dell’incompatibilità, sul modello di quanto già avviene per i presidenti di Regione e i consiglieri regionali. Non si comprende perché solo i sindaci ne siano esclusi”. Lo ha detto il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, illustrando le decisioni prese oggi dal Consiglio nazionale dell’associazione, che si è riunito a Roma (fotogallery).
Il tema della tutela della reputazione dei sindaci è stato messo sul tavolo dal presidente del Consiglio nazionale e sindaco di Catania Enzo Bianco: “Non chiediamo immunità o trattamenti di privilegio. Ciò che ci sta a cuore è la reputazione dei sindaci. Noi siamo sovraesposti, come è di tutta evidenza attingendo notizie dalla cronache dei giornali. E, in assenza di un bilanciamento tra poteri e responsabilità, siamo in una condizione di particolare fragilità. Che si traduce in fragilità della istituzione che rappresentiamo. In rischio per la tenuta della democrazia. Vogliamo porre questo tema all’attenzione del Parlamento, ne parleremo a tutti i leader delle forze politiche in campo e istituiremo un gruppo di lavoro perché l’opinione pubblica sia informata”. Sarà un gruppo di lavoro istituito ad hoc a farsi carico della necessaria interlocuzione con tutte le forze politiche.
Nella prima riunione del nuovo anno, Decaro ha illustrato ai sindaci membri del Consiglio nazionale un bilancio delle battaglie e dei risultati dell’associazione: “Siamo riusciti a contribuire a scrivere, al di là delle singole competenze, l’agenda nazionale del Paese, soprattutto su temi importanti come la sicurezza, la povertà, l’immigrazione. Oggi sediamo con maggiore autorevolezza al tavolo nazionale dell’ordine pubblico, abbiamo più poteri per arginare i fenomeni di degrado nelle nostre città. Sul fronte della lotta alla povertà, abbiamo visto con soddisfazione l’approvazione del reddito di inclusione a livello nazionale, che nasce dalle esperienze pionieristiche fatte proprio nelle città. Riguardo al macrofenomeno delle migrazioni e dell’accoglienza, ci siamo adoperati per una ripartizione equa delle presenze nei diversi Comuni e abbiamo sottolineato l’importanza che lo stesso principio valga in Europa”.
Un capitolo a sé è quello del grande lavoro per mettere in sicurezza i bilanci comunali. Decaro rivendica i risultati raggiunti e illustra le prossime iniziative: “Dopo i tagli dell’ultimo quinquennio, finalmente abbiamo abolito ulteriori riduzioni di risorse e abbiamo superato la rigidità del vecchio patto di stabilità. Ma ci troviamo adesso, a leva fiscale ancora bloccata, di fronte al rinnovo contrattuale dei dipendenti, che vale 650 milioni, al quale si aggiungono le ulteriori difficoltà create da un sistema di perequazione ancora poco calibrato, e dalle nuove regole di contabilità che ci obbligano ad accantonare somme potenzialmente spendibili nel fondo crediti di dubbia esigibilità. Abbiamo ottenuto primi, significativi risultati, a partire dalla gradualità degli accantonamenti e dal miglioramento delle regole su dissesto e predissesto”. Agli interventi in favore di una spesa corrente meno rigida si aggiungono le risorse per gli investimenti: “I fondi per le periferie – elenca il presidente dell’ANCI – quelli per le aree degradate, la legge sui piccoli Comuni e le relative risorse, la proroga sulle fusioni obbligatorie. Abbiamo l’ambizione di continuare a contribuire a scrivere l’agenda del nostro Paese, incoraggiati dai risultati già ottenuti”.
Non sono solo le battaglie contabili e fiscali a vedere impegnati, insieme, i sindaci. Sulla salvaguardia dell’autorevolezza e della reputazione dei sindaci, anche Decaro spiega: “Non è concepibile che siamo soggetti ad avvisi di garanzia immediati per l’esondazione di un canale o per decine di altre evenienze per far fronte alle quali le risorse provengono dallo Stato e l’attività di programmazione è competenza delle Regioni. Abbiamo tracciato un percorso, grazie all’impegno del delegato alla protezione civile e sindaco di Siena Bruno Valentini, contribuendo a riscrivere quella che sarà la riforma del sistema di Protezione civile, che finalmente scinde la responsabilità politica del sindaco dalla responsabilità oggettiva in caso di eventi calamitosi e danni a persone o cose. Devono essere riconsiderate le misure introdotte dalla legge Severino che penalizzano la figura del sindaco e la sua autorevolezza. Non è inoltre più rinviabile un intervento di riordino istituzionale degli enti locali, attraverso un tagliando della legge Delrio, ma anche con incentivi per la gestione associata dei piccoli Comuni”.
A fronte di queste riflessioni condivise, il Consiglio nazionale dell’ANCI ha dato quindi mandato al presidente Decaro, al vicepresidente vicario Roberto Pella e al presidente del Consiglio nazionale Bianco di costituire un gruppo di lavoro per aprire un confronto con tutte le forze politiche sui temi di maggiore interesse dei Comuni.
Il Consiglio nazionale ha deliberato inoltre che sarà Rimini la sede della 35^ Assemblea annuale dell’ANCI, nel prossimo mese di ottobre. Infine, Clemente Mastella, sindaco di Benevento, è stato nominato dal presidente Decaro responsabile della Commissione Mezzogiorno dell’ANCI.