“Archiviamo questo 2020 terribile, per la pandemia e per le sue conseguenze su cittadini ed imprese, con la consapevolezza che la crisi ha fatto riscoprire la centralità dei piccoli Comuni per la tenuta e la ripartenza del Paese. Servono politiche di coesione che facciano sintesi tra le esigenze dei territori periferici e quelle delle città: il Recovery fund sarà il volano per un ripensamento generale della strategia nazionale per il Paese”. Lo ha evidenziato il Coordinatore dei Piccoli Comuni ANCI, Massimo Castelli, intervenendo alla riunione della Consulta Nazionale Piccoli Comuni e della Commissione ANCI Montagna che si sono riunite in seduta congiunta in videoconferenza alla presenza di numerosi Coordinatori regionali.
“La pandemia – aggiunge – ha fatto emergere la crisi del modello urbanocentrico riportando l’attenzione sulla medicina territoriale, anche tramite lo sviluppo della telemedicina, e sui singoli servizi che devono essere il pilastro su cui si fonda l’attrattività delle comunità periferiche”. Però territori e città da soli non vanno da nessuna parte: “city e land devono dialogare per trovare una dimensione complessiva di risposta alle esigenze dei cittadini”.
“Per quanto riguarda gli investimenti, assistiamo finalmente ad una grande inversione di tendenza con consistenti risorse in conto capitale destinate ai piccoli centri ed alle aree più periferiche, risorse destinate a raddoppiarsi nel 2021. Vogliamo proseguire su questo terreno – sottolinea Castelli – aggiungendo altri tasselli all’Agenda Controesodo lanciata dall’Associazione per combattere lo spopolamento, dovuto alla carenza di servizi e non solo di fondi ma soprattutto di politiche fiscali più adeguate alle piccole realtà economiche”.
Non mancano però alcuni punti dolenti nell’interlocuzione con il Governo e il Parlamento. “A fronte del grande impegno riconosciuto ed oggettivo dei Sindaci in prima linea sul territorio, c’è una forte delusione per la mancata conferma, nel decreto che ha prorogato lo stato di emergenza, della possibilità di utilizzare le 72 delle ore di permesso che era stata introdotta nel decreto del marzo scorso per i Sindaci lavoratori dipendenti che sono la gran parte nei piccoli Comuni. L’ANCI ha proposto uno specifico emendamento in ogni provvedimento utile in itinere alla Camera e al Senato per risolvere quanto prima questo vulnus.
Vi è poi l’annosa vicenda del limite di mandato, ormai veramente anacronistico, che nella situazione di crescente spopolamento e difficoltà torna sempre più di attualità: “Abbiamo chiesto, senza riscontro che venga superato ogni vincolo per i piccoli comuni fino a 5mila abitanti, e che sia consentito un terzo mandato per i comuni fino a 15mila”, ricorda Castelli. Queste ed altre misure che rendano innanzitutto la giusta dignità agli amministratori locali andranno in breve affrontate e completate per diventare strutturali”, conclude Castelli.