Mentre il Piano nazionale per la banda ultralarga va avanti, Anci Piemonte e Uncem manifestano un particolare stupore per la notizia appresa dal Ministero dello Sviluppo economico che sottolinea come in 138 Comuni del sud Italia dove la fibra è stata posata a oggi non vi siano operatori delle telecomunicazioni interessati ad “accenderla”, cioè a rendere il servizio disponibile per i cittadini.
“Diciamo da tempo – spiegano Michele Pianetta, vicepresidente all’Innovazione di Anci Piemonte, e Marco Bussone, presidente Uncem – che quello è il vero nodo in tutte le ‘aree bianche’, le zone montane e rurali dove il Paese sta investendo 3,5 miliardi di euro per le nuove reti. Abbiamo bisogno di garanzie da parte degli operatori che venderanno i pacchetti ai cittadini e alle imprese affinché la fibra sia veramente accesa, utilizzata, resa fruibile per consentire il passaggio di dati ad altissima velocità”.
Le due associazioni degli Enti locali chiederanno al MiSE e a Infratel di attivare al più presto dei voucher che sostengano la domanda. “Possono essere determinanti – affermano Pianetta e Bussone – e le risorse si possono individuare, ad esempio, nel gettito delle gare per le frequenze del 5G”.
Anci Piemonte e Uncem insistono poi sui servizi. Quelli della pubblica amministrazione ad esempio, che vanno costruiti dalle regioni con AgID e resi omogenei in tutte le realtà territoriali, per consentire una digitalizzazione vera del Paese. “Abbiamo apprezzato le dichiarazioni del ministro Bongiorno – sottolineano Michele Pianetta e Marco Bussone – che nel presentare il nuovo piano AgID ha evidenziato come un’attenzione particolare sarà riservata ai piccoli enti”.
“Deve essere realmente così – concludono Pianetta e Bussone – senza se e senza ma si deve procedere velocemente e partire dagli enti più piccoli, dalle aree interne, con un’azione complessa e precisa che tocchi telefonia mobile, tv e nuovi servizi digitali sulle nuove reti in fibra ottica”.