“Apprezziamo il lavoro del Senato sulla modifica alla legge quadro sulle aree protette, ad iniziare dall’allineamento delle aree protette regionali a quelle nazionali, con un sistema di finanziamento nazionale dedicato anche al sistema dei parchi regionali. Si tratta di un aspetto che i Comuni ritengono fondamentale e che è stato fortemente richiamato dai sindaci nell’ambito del percorso svolto con il Coordinamento ANCI dei comuni delle Aree Naturali Protette e delle loro Comunità”. Lo ha evidenziato Antonio Di Santo, presidente della Comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, rappresentando l’ANCI nel corso dell’audizione presso la commissione Ambiente del Senato. Di Santo ha auspicato anche “una particolare attenzione per le aree marine protette per le quali dovrebbero essere previsti meccanismi di sostegno paritari rispetto a quanto disposto per le altre aree naturali protette. In questo senso l’Anci si augura che venga istituito un tavolo stabile di confronto sulle proposte di modifiche “al quale si è detta pronta a contribuire con le esperienze realizzate dai Comuni sul territorio”.
Entrando nel merito della riorganizzazione della governance delle aree protette, Di Santo ha apprezzato “lo snellimento delle procedure , a patto che non si impoverisca la gestione amministrativa dei parchi eliminando, ad esempio il consiglio direttivo, per evitare che si materializzi un burnout per la conduzione degli enti”. Da parte sua anche la richiesta di una presa d’atto dell’elezione dei quattro componenti del consiglio direttivo in rappresentanza degli enti locali, quale espressione dai territori della Comunità del parco, per la quale andrebbero previste forme di supporto tecnico/organizzativo strutturate per dare impulso e continuità all’azione delle Comunità dei Parchi.”. Inoltre, “andrebbe rivisto il meccanismo delle incompatibilità, in particolare quello che renderebbe incompatibili i ruoli di presidente del parco e di sindaco, specie nelle realtà di minori dimensioni dove i sindaci sono soggetti capaci di una visione di insieme strategica per lo sviluppo e la coesione fra territorio le comunità locali”, ha aggiunto il sindaco.
Quanto poi ai meccanismi di incentivazione accennati dal disegno di legge, Di Santo ha auspicato “che si concretizzino in politiche realistiche con meccanismi di remunerazione, anche come politiche tariffarie, per i servizi ambientali ceduti secondo un principio di sussidiarietà tra area protetta e ambito metropolitano/urbano. Ad esempio, si potrebbero dare dei ristori economici ai Comuni sorgivi attraverso la bollettazione dell’acqua che ormai è quasi sempre pubblica. Così come la tassa per il carbonio che dipende dalla quantità di Co2 che si decide di riassorbire: se una foresta di un parco assorbe di più, questa tassa per queste realtà deve ritornare in qualche modo sotto forma di incentivazione”. Secondo l’ANCI i meccanismi di incentivo dovrebbero riguardare anche le aree contigue al parco, in una logica di attrazione rispetto alle opportunità di sviluppo sostenibile. Mentre, ulteriori meccanismi andrebbero previsti per l’imprenditoria femminile e giovanile, così come potrebbe essere utile strutturare sistemi di certificazione di qualità e forme di agevolazione per i piccoli produttori locali.
Infine, l’ANCI ha richiamato l’attenzione del legislatore rispetto al delicatissimo tema della responsabilità dei sindaci, che già è oggetto di interventi normativi complessivi. “Servirebbe in questi contesti caratterizzati da un’unicità della gestione e da specificità territoriali rispetto ai rischi tipici favorire con meccanismi di incentivo e di supporto una pianificazione di protezione civile a livello di ambito per arrivare a disporre di un piano di protezione civile del parco, coordinato con i piani prevenzione incendi e i piani SNAI”, ha concluso Di Santo.