“La descrizione offerta dal Def nel suo complesso conferma le considerazioni che ANCI e Fondazione IFEL sviluppano da tempo sulla finanza comunale: il comparto dei Comuni mostra una tendenza alla diminuzione, sia delle spese che delle entrate correnti in rapporto al Pil per circa un punto percentuale nel triennio che va dal 2021 al 2023. Nello stesso tempo, le spese in conto capitale crescono in maniera significativa e per la gran parte sono riconducibili agli enti locali, le entrate, invece, hanno un’analoga dinamica ma sul livello inferiore, circa il 60% delle spese e nell’arco di un decennio il peso dei comuni sulla spesa pubblica complessiva è passato dell’8% al 6.5%. L’andamento della finanza pubblica locale non incide negativamente sulla finanza pubblica nazionale, e in più i comuni e le città metropolitane hanno dimostrato una straordinaria capacità di investimento”. Lo ha evidenziato Alessandro Canelli, delegato alla Finanza di ANCI, sindaco di Novara e presidente di IFEL, nel corso dell’audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, in merito all’attività conoscitiva preliminare all’esame del Def 2024.
Canelli ha sottolineato come questi dati indichino come “le amministrazioni territoriali stanno finanziando con i propri saldi correnti positivi una quota rilevante delle spese per investimento.” Nello stesso tempo il delegato ANCI ha ricordato come “i Comuni non contribuiscono al peggioramento delle condizioni della finanza pubblica nel suo complesso, mostrando saldi netti positivi o nulli e una crescita delle spese ben al di sotto della crescita nominale del Pil”.
A fronte di questo quadro Canelli ha indicato alcuni alert che emergono dall’analisi del DEF dal punto di vista dei Comuni. Da un lato “registriamo rischi di blocco dei pagamenti per via di alcune criticità di ordine burocratico, connesse a molte misure del PNRR e fuoriuscite dal PNRR con la recente revisione, misure che registrano una forte lentezza nei controlli e nelle disposizioni di pagamento. Tutto questo talvolta mette in seria crisi e difficoltà finanziarie numerosi Comuni soprattutto quelli di piccole dimensioni che ovviamente non hanno disponibilità di cassa tali da poter far fronte alle incombenze dei pagamenti”.
Dall’altro lato, Canelli ha paventato come l’assenza di dettagli al momento sulle modalità di applicazione degli accordi Ue sul nuovo patto di stabilità “costituisca un elemento di allarme in un contesto macroeconomico segnato da tensioni per l’aumento dei prezzi che rischia di minare la tenuta dei servizi. Su questo punto l’ANCI chiede al governo al Parlamento una riflessione e un impegno ad evitare automatici riflessi restrittivi sugli enti locali del nuovo patto di stabilità e crescita siglato in sede di Unione europea”.
Da qui la richiesta di Canelli che si tenga conto dell’impatto che l’aumento dei prezzi sta avendo sulla parte corrente dei bilanci comunali. “Si sottovaluta il significativo contributo già garantito dal comparto per la tenuta dei conti pubblici, 8 miliardi di tagli dal 2011, con altri sei miliardi di accantonamenti del FCDE, tutte risorse tolte dalle possibilità di spesa dei comuni. Questa stretta finanziaria con nuovi tagli si innesta in un ulteriore percorso di avanzamento dei target perequativi sul fondo di solidarietà comunale e questo sposterà risorse dai comuni con maggiore capacità fiscale a quelli con minore per circa 650 milioni di euro”. Da qui l’auspicio di Canelli che queste “valutazioni vengano tenute in considerazione nel momento di definire gli interventi di finanza pubblica dei prossimi anni fin dalla nota di aggiornamento del Def 2024”.