“Promuovere una visione di città in cui la scuola sia strumento per ridurre le diseguaglianze e favorire la crescita e la rigenerazione dei territori attraverso la cultura è fondamentale”. Così Lorenza Patriarca, vicepresidente di ANCI Piemonte e consigliera comunale della Città di Torino, riassume il senso del convegno svoltosi nella Protomoteca del Campidoglio, su iniziativa del Comune Roma e della rete romana delle scuole aperte e partecipate con il patrocinio di ANCI nazionale.
Durante l’evento le città di Roma, Milano, Bergamo e Bologna hanno presentato i modelli di scuole aperte promossi e finanziati dalle loro amministrazioni con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, creando al contempo punti di riferimento e luoghi di socialità per le famiglie. “Dietro le scelte politiche dei Comuni invitati a portare il loro esempio – sottolinea la vicepresidente Patriarca – c’è una visione di città in cui la scuola svolge un ruolo da protagonista. Si tratta di un tema particolarmente attuale ed importante, sul quale la sola città di Roma ha deciso di investire finora circa due milioni di euro”.
Al convegno organizzato in Campidoglio hanno partecipato tutti gli assessori delle città coinvolte, i dirigenti e i docenti delle realtà scolastiche interessate e i rappresentanti del privato sociale, delle associazioni dei genitori e degli studenti. Nel corso dell’evento è emersa la necessità di promuovere finanziamenti che permettano la diffusione e l’allargamento delle esperienze dei patti educativi di comunità, valorizzando le buone pratiche e le esperienze già attuate sul territorio nazionale.
“Il nostro compito – conclude Patriarca – è quello di fornire supporto ai territori e alle scuole garantendo una cornice organizzativa comune e una buona regia alle varie iniziative. Durante il dibattito ho parlato del modello piemontese, ricordando la nostra lunga tradizione di scuola integrata con il territorio ed evidenziando il contributo sostanziale offerto dai Comuni e dal mondo dell’associazionismo. Ho infine ribadito con convinzione l’importanza di sostenere i patti educativi di comunità, che andrebbero finanziati all’interno del fondo sociale”.
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