L’Assemblea annuale dell’Anci, a Vicenza, si è conclusa dopo tre giorni di lavoro. E non è stato solo il consueto momento di confronto politico sulle istanze dei sindaci: ha rappresentato uno spaccato significativo della vivacità dei contesti urbani italiani.
Le soluzioni e le proposte emerse da sindaci e assessori di piccoli e grandi Comuni sono il cuore di un dibattito che idealmente abbraccia tutta la Penisola e i temi di maggiore impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Da sicurezza e inclusione sociale all’uscita dalla crisi, fino all’innovazione e alla sostenibilità ambientale: lo slogan “Cittàpuntozero, immagina il domani, governa l’oggi” dell’assemblea, inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è concretizzato in esperienze, pratiche e proposte che animeranno anche nei prossimi mesi il dibattito pubblico del nostro paese.
Ecco i tre punti-chiave emersi dai tre giorni di lavori di Vicenza.
Il rinnovato protagonismo dei Comuni nella vita del paese
I Comuni si confermano il livello di governo verso cui le persone ripongono maggior fiducia, soprattutto i giovani fino a 29 anni e gli anziani; i sindaci sono la carica pubblica da cui ci si sente maggiormente rappresentati. “E’ l’elezione diretta a conferirci una particolare autorevolezza – ha commentato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, durante una vivace intervista pubblica, affidata a Marco Damilano, che ha chiuso i lavori -. Un’autorevolezza che anche il governo ci riconosce quando ci coinvolge nei provvedimenti sul lavoro, penso al Rei, o nella gestione della sicurezza. Per la verità – ha aggiunto ironico – godiamo anche di un particolarissimo privilegio. Anzi due: abbiamo il limite dei due mandati e non possiamo rappresentare le nostre comunità in parlamento, perché da sindaci siamo ineleggibili. Evidentemente si teme il nostro consenso”.
La fiducia nei confronti dei sindaci è confermata dai dati dell’indagine Swg commissionata dall’Anci. Ad essa, inevitabilmente, si accompagna la responsabilità di garantire qualità della vita dei territori, di tracciare le traiettorie di crescita delle città e di promuovere lo sviluppo economico: tutte priorità ritenute importanti da oltre l’85 per cento degli italiani.
Il richiamo alla credibilità dei sindaci agli occhi dei cittadini, proposto in più occasioni da ministri e alte cariche dello Stato intervenuti nei diversi momenti dell’assemblea, confermano una volta di più i Comuni come un pilastro della vita della Repubblica, capaci di dare risposte concrete ed efficaci per l’inclusione sociale di stranieri e fasce deboli ma anche chiamati a disegnare nuove economie e strategie per l’attrattività dei territori.
Decisivo il sostegno dello Stato per rilanciare gli investimenti su settori ritenuti decisivi per la qualità della vita dei Comuni, come il trasporto pubblico, e per favorire la messa in sicurezza delle infrastrutture vitali e di un territorio fragile ma ravvivato, come nel caso dei comuni colpiti dal terremoto, da un nuovo spirito di comunità.
Le risposte positive del Governo alle istanze dell’Anci
Il governo, come dimostra la partecipazione in forze ai lavori dell’assemblea dell’associazione dei Comuni, la sua collaborazione l’assicura. Il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio oltre ad annunciare un “piano Marshal per il trasporto pubblico locale” si è impegnato per un intervento che limiti il contenzioso che segue tantissime gare pubbliche, paralizzando i cantieri. Il ministro all’Ambiente Gianluca Galletti, affida anche alla collaborazione con i Comuni un “cambio di paradigma nell’affrontare le sfide ambientali”.
I temi dell’agenda sono stati numerosi. Richiederanno, come sottolineato dal presidente Decaro un confronto serrato “anche duro” nei prossimi mesi.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, però, intervenendo nel pomeriggio di giovedì ai lavori dell’Anci, ha intanto fatto tre importanti aperture. Ha annunciato l’impegno del governo per rendere più graduale la nuova contabilità mitigando gli effetti sul fondo crediti dubbia esigibilità e di conseguenza sulla spesa corrente che, frenata dall’obbligo di accantonamento di risorse, metterebbe a rischio i servizi essenziali, soprattutto per i cittadini più fragili. Un’altra istanza di Decaro e dell’Anci accolta da parte del capo del governo è quella di rendere stabile, probabilmente con cadenza annuale, l’esperimento felice del bando delle periferie: per “ricucire il tessuto delle città medie e grandi con strumenti di pianificazione dal basso nella cornice di una regia nazionale”.
Infine i Piccoli Comuni, 5.591, il 55 per cento del territorio nazionale. Per Decaro è necessario irrobustire le risorse previste dalla legge per la loro valorizzazione, finalmente approvata. Gentiloni si è detto senz’altro d’accordo con la tesi che il ripopolamento e servizi di buon livello garantiscono sviluppo economico e tutelano il territorio e ha riconosciuto la necessità di fondi più robusti per centrare l’obiettivo.
L’Assemblea non è stata solo occasione per ricordare gli stanziamenti messi in campo ma anche per discutere i punti di confronto ancora aperti e al centro del dibattito nei prossimi mesi: dai fondi per mettere in sicurezza le funzioni di Città metropolitane e Province – manutenzione di scuole e strade, prima di tutto — da inserire in Legge di Bilancio al Bonus comunità da indirizzare ai residenti in difficoltà, nei Comuni che accolgono rifugiati e richiedenti asilo, con l’obiettivo di evitare una insensata guerra “tra ultimi e penultimi”.
La vivacità di temi e soluzioni sviluppate in piccoli e grandi centri
Il sostegno alle piccole e medie imprese di Bergamo e Rimini, gli usi condivisi dei beni comuni a Napoli e Torino, le politiche per l’invecchiamento attivo di Udine e Riccia, il supporto alle imprese creative e alla cultura di Mantova e Matera ma anche le politiche per la sostenibilità di Appignano del Tronto e Melpignano o le strategie di accoglienza integrata di Sant’Alessio in Aspromonte e Messina: le esperienze di successo di piccoli e grandi Comuni, fonte di ispirazione per altri sindaci e amministratori, rappresentano il cuore del confronto dell’assemblea Anci, declinato su tre direttrici, ambiente, economia e qualità della vita.
I temi al centro di sessioni plenarie e incontri a latere testimoniano la vitalità del dibattito urbano nel nostro Paese e delineano scenari di confronto che avvicinano l’Italia all’Europa. Dal futuro delle politiche di coesione all’utilizzo di digitale e social media per partecipazione civica e governance innovativa, fino a salute, ambiente e sicurezza stradale: l’Agenda Urbana nazionale si compone dalla molteplicità di spunti emersi nella tre giorni di Anci2017.