Il Corriere della Sera ha intervistato il presidente di ANCI nazionale, Antonio Decaro. Pubblichiamo integralmente il testo dell’intervista a cura di Alessandra Arachi.
Antonio Decaro, lei è presidente dell’ANCI e sindaco di Bari: ci sono problemi con i finanziamenti del PNRR per i Comuni d’Italia?
«Non lo voglio nemmeno pensare».
Cosa vuol dire?
«Il governo ha spostato 10 miliardi dei nostri finanziamenti del PNRR. Ci ha garantito che li rimetterà».
Quindi?
«Non voglio pensare che non manterrà la parola, mettendosi così contro ottomila Comuni».
Però lei invece si sta preoccupando?
«Ogni tanto filtrano notizie dai media che sono ben poco rassicuranti. Ma non è solo questo».
Cos’altro?
«Non ci stanno dicendo dove prenderanno i soldi per rimetterli sui nostri finanziamenti. Così come nel luglio scorso non ci avevano detto perché li avevano spostati».
C’è un tempo limite entro il quale devono rimettere i 10 miliardi di finanziamento?
«Non esattamente. A un certo punto il governo deve fare un decreto dove deve dichiarare che ha spostato 10 miliardi dei fondi del nostro PNRR e poi che ce li riassegna. L’operazione deve essere contestuale».
Cosa vuol dire che ad un certo punto il governo farà il decreto?
«Non ci sono termini perentori. Prima si era detto che questo decreto si sarebbe fatto entro la fine dell’anno. Adesso si è spostato il limite a fine gennaio. Noi nel frattempo abbiamo già fatto i nostri investimenti».
A che cifra ammontano gli investimenti?
«Parliamo di 32,7 miliardi con 230 mila gare fatte».
E a quanto ammontano i finanziamenti del PNRR per i Comuni?
«Quelli che arrivano direttamente ai Comuni sono 35 miliardi. Poi ci sono altri 5 miliardi destinati alle città metropolitane».
Dunque avete già investito praticamente tutte le risorse del PNRR?
«Siamo stati veloci. Anzi: virtuosi. Su 32,7 miliardi di bandi di gara già fatti, 12,1 sono i miliardi di gare che sono state già aggiudicate. Non vedo altrettanta efficienza in altri comparti dello Stato. Ministeri, aziende di Stato. Noi stiamo dimostrando di essere virtuosi, e non da ora. I dati lo dimostrano»
Quali dati?
«Quelli degli investimenti dei Comuni: dimostrano che la capacità di spesa sta aumentando anno dopo anno. Per capire: nel 2022 la spesa per investimenti è stata di 11,8 miliardi. In un anno questa è cresciuta del 34%, arrivando a 16 miliardi. E poi se facciamo il raffronto con il 2017 il rapporto di crescita con il 2023 sale al 90%. Nei Comuni del Sud c’è un rapporto percentuale più alto».
Di quanto?
«La stessa crescita dal 2017 rispetto al 2023 è del 106%. I Comuni rappresentano un segmento economico fondamentale. Basti vedere i dati sul Pil».
Quali sono i dati del PIL?
«Sono i dati diffusi dall’Istat: nel 2023 su 12 miliardi, il contributo dei comuni è stato di 4,6 miliardi».
Ma se i finanziamenti non venissero riassegnati?
«Non voglio crederci. Anche perché i piani dei finanziamenti del nostro PNRR erano già stanziati».
In che senso?
«Bisogna andare a cercare nelle vecchie leggi di Bilancio. I piani di finanziamento del nostro PNRR sono tre e due ci sono già in quelle vecchie leggi, prima del Pnrr. Ovvero I 6 miliardi delle piccole e medie opere e i 3,4 miliardi destinati ai progetti di rigenerazione urbana. Questi due piani erano già presenti nella legge di Bilancio del 2020».
E il terzo piano di finanziamento?
«Sono i PUI, i Piani Urbani Integrati. Si possono finanziare in parte con il fondo complementare del Pnrr».
I conti dunque tornano?
«Devono tornare. In ballo non ci sono soltanto i pagamenti delle ditte, ma soprattutto gli impegni presi con le nostre comunità».