“Ci ha stupito il messaggio che l’INPS ha mandato la scorsa settimana: è stato riconosciuto, anche dalla stessa Inps, che doveva essere più accurato sia nei contenuti sia nella forma. Sui 169 mila SMS inviati indistintamente ai percettori del reddito interessati dalla sospensione dei 7 mesi, non tutti ovviamente rientrano tra le fasce di interesse dei servizi sociali. Si tratta anzi della parte minoritaria: dei 169 mila circa 110 mila devono essere gestiti dai Centri per l’impiego”. È quanto dichiarato, nel suo intervento a Radio Anch’io, dal segretario generale dell’ANCI, Veronica Nicotra.
“I Comuni stanno comunque lavorando – ha proseguito Nicotra – e i dati del Ministero del Lavoro ci dicono che sono stati presi in carico, soltanto nel mese di giugno, circa 50 mila percettori e nuclei familiari. Ne restano 40 mila circa da prendere in carico entro il 31 ottobre. I Comuni la loro parte, come sempre con grande generosità e sforzo, la stanno facendo”.
Una situazione critica a cui si aggiunge l’azzeramento dei fondi sugli affitti, come rimarcato dal Segretario generale: “Si tratta di una situazione che stiamo denunciando da mesi: una norma della legge di bilancio per il 2023 ha difatti azzerato tutti i fondi per gli affitti e morosità incolpevole”. Negli ultimi anni, le risorse sul welfare sono state gradualmente incrementate. Ciò che non funziona adeguatamente, secondo quanto illustrato da Nicotra, “è il flusso finanziario di queste risorse che arrivano con grande ritardo: questo non permette ai Comuni di fare programmazione.”
Sul Reddito di Cittadinanza, in particolare, il Segretario generale ha espresso preoccupazione ricordando quanto sottolineato anche dal presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, in un’intervista a Fatto Quotidiano. “C’è un tema molto evidente di inefficienza e inefficacia della parte attiva della misura rivista e riformata del reddito di cittadinanza – ha concluso Nicotra – perché i numeri sulla gestione delle persone ‘abili al lavoro’ da parte dei Centri per l’impiego sono ancora bassi. Cosa succederà dunque quando queste persone, questi nuclei familiari non riusciranno ad avere un inserimento lavorativo? Si rivolgeranno ai Comuni, ma i Comuni non hanno risorse. Si potrebbe destinare allora una quota dei risparmi del Reddito di Cittadinanza direttamente ai Comuni proprio per far fronte a questa situazione”, ha detto il Segretario generale.