“Con la crisi pandemica e l’arrivo degli interventi legati al PNRR, la transizione digitale della società e la valorizzazione delle banche dati pubbliche giocano un ruolo fondamentale per innalzare i livelli di efficienza e di interoperatività degli enti locali. Dopo un decennio di tagli, i Comuni sono in forte sofferenza sul fronte delle entrate, perché devono occuparsi sempre di più di tantissime questioni di tipo sociale. Per questo avere adeguati flussi informativi con altre istituzioni è una grande occasione per migliorare la gestione dei servizi e per rafforzare la riscossione e intercettare quelle sacche di evasione fiscale che si trovano nel paese. Ma bisogna rendere organiche le sinergie interistituzionali e rafforzare la dotazione di risorse umane e finanziarie per gli enti locali”. È la posizione sostenuta da Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale e sindaco di Novara, intervenuto davanti la Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulla Digitalizzazione e l’interoperabilità delle banche dati fiscali. All’audizione era presente anche il Responsabile Finanza locale ANCI/IFEL Andrea Ferri (documento di audizione).
Entrando nel merito del tema, Canelli ha sottolineato che il collegamento dei Comuni al sistema delle banche dati dell’anagrafe tributaria in questi anni, tranne alcuni casi di eccellenza, non ha funzionato benissimo, anche per la perdita di risorse umane del comparto. “È prioritario che il flusso delle informazioni disponibili sia progressivamente ampliato e reso effettivamente fruibile, anche tramite la diffusione di applicazioni informatiche efficienti, affidabili e facilmente dispiegabili sul territorio”, ha evidenziato. Nello specifico il delegato ANCI ha ricordato “la necessità di risolvere la questione dell’utilizzazione di banche dati con particolari requisiti in termini di dati sensibili e privacy, ma di importanza strategica ai fini dell’efficacia dei controlli, quali l’archivio dei rapporti finanziari”. Da questo punto di vista l’Associazione ha proposto in sede tecnica di allestire, un sistema di accesso alle informazioni ‘cieco’, cioè in grado di rendere al soggetto locale, anche in modalità asincrona, il solo dato del rapporto finanziario esistente e capiente rispetto a liste certificate di debitori per importo intimato. In modo “da escludere – ha spiegato pubblico per la consultazione e l’utilizzo dei dati ‘derivati’ da altri sistemi informativi pubblici, per finalità ovviamente istituzionali”.
Per quanto riguarda la fruibilità dei dati e la diffusione dei servizi di supporto, Canelli ha posto l’accento sulla necessità di accompagnare l’apertura dei dati con la diffusione dei servizi tecnologici e degli strumenti necessari per la fruizione delle stesse informazioni, con adeguati investimenti sulla digitalizzazione e la dotazione tecnologica degli enti locali.
Infine, il capitolo della partecipazione dei Comuni all’accertamento dei tributi statali, per la quale i dati “più recenti confermano che i risultati raggiunti, pur non essendo trascurabili, hanno una forte disomogeneità territoriale”. Canelli ha espresso la preoccupazione dell’ANCI su questo punto indicando tre fattori critici. Da un lato l’estensione della partecipazione comunale all’accertamento di entrate erariali ai recuperi da comunicazioni bonarie; ancora la possibilità di snellire le modalità di incentivazione del personale impiegato nella gestione delle entrate e nel recupero dell’evasione. Ed infine la ripresa delle attività di cooperazione interistituzionale fra Agenzia delle entrate, Guardia di Finanza, ANCI e IFEL, anche attraverso il rinnovo del protocollo di intesa sottoscritto nel 2018 e da poco scaduto.