Il Consiglio nazionale dell’ANCI, riunitosi al Centro Congressi “Angelicum” di Roma, ha approvato all’unanimità il documento che il presidente dell’associazione, Antonio Decaro, sottoporrà al presidente del Consiglio Draghi per chiedere al Governo e al Parlamento maggiori tutele e rispetto per il loro lavoro (la relazione integrale di Decaro).
“Negli anni in cui le istituzioni e il sistema dei partiti venivano travolti dalla bufera giudiziaria di “mani pulite” – si legge nel testo del documento – l’introduzione dell’elezione diretta del sindaco ha consentito di creare un legame forte fra elettore ed eletto, rafforzando autonomia e responsabilità con l’obiettivo di rinnovare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Oggi, però, i nostri compiti sono cresciuti in modo esponenziale in un contesto di riduzione di risorse umane e finanziarie, e in un quadro di regole spesso confuso e contraddittorio. Così i sindaci, nell’immaginario collettivo, sono i responsabili di tutto, al di là delle proprie effettive competenze. Per questo ci aspettiamo che il legislatore si faccia carico dell’approvazione rapida di alcune norme specifiche, che aiutino tutti noi a svolgere al meglio il nostro ruolo, soprattutto, in modo adeguato a quello che i nostri cittadini si aspettano.
Da anni si susseguono casi e fattispecie che vedono i sindaci, gli amministratori e i dirigenti destinatari di provvedimenti relativi a imputazioni di responsabilità in sede penale, civile, amministrativa ed erariale che si concludono nella stragrande maggioranza con archiviazioni. In questo contesto, emerge la debolezza o l’assenza del nesso di causalità fra la condotta censurata e l’evento, mentre i sindaci risultano sempre responsabili per l’esercizio o il mancato esercizio di un potere, molto al di là dei compiti e delle responsabilità. Sostanzialmente, chiediamo l’affermazione concreta di un principio di eguaglianza e di pari dignità con le altre cariche elettive e di governo”.
Su questi temi l’ANCI ha elaborato sei richieste specifiche – esplicitate in un apposito documento – predisponendo apposite proposte di norme con cui si richiede al Governo e al Parlamento, a tutti i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione un impegno formale e concreto che porti all’adozione nell’arco dei prossimi tre mesi di un decreto-legge.