Imprese delle telecomunicazioni e Associazioni degli Enti locali guardano compatti al 5G e alle sue soluzioni tecnologiche per vincere il divario digitale nei piccoli e nei grandi Comuni. Mentre il Piano per la Banda ultralarga, nonostante i ritardi, procede in tutte le aree bianche, alpine e appenniniche, rurali del Paese, il 5G vede investimenti da parte degli operatori privati – sotto l’egida del Ministero dello Sviluppo economico e dell’AGCOM – in grandi città italiane e anche in 120 piccoli Comuni (la delibera AGCOM). Saranno i primi nei quali arriverà l’infrastruttura per modernizzare servizi e opportunità a cittadini, pubblica amministrazione e imprese. Così, a pochi giorni dal legame sancito tra i due big player delle torri Tim e Vodafone per unire le forze sul 5G, ANFoV, ANCI e Uncem guardano al futuro puntando su un piano formativo per gli Amministratori locali, a partire da settembre, oltre che su azioni istituzionali con Ministeri e Regioni, oltre che con le imprese per presentare ai territori i tanti servizi che possono essere costruiti sui dispositivi portatili (tutti gli smartphone) grazie al 5G che rende concreto l’Iot, “internet delle cose” per una digitalizzazione del Paese che lo allinea con altri Stati europei e con i più competitivi Paesi del mondo.
“ANFoV ha unito tutte le migliori capacità delle imprese che riunisce, per portare nuovi servizi ai residenti nelle aree montane e rurali del Paese – commentano Umberto de Julio e Antonello Angeleri, Presidente e Segretario generale ANFoV, Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione -. Lavoriamo in strettissimo contatto con le associazioni degli Enti locali, per capire cosa i territori vogliono, per far incontrare domanda e offerta e superare un gap di sviluppo, ma anche di formazione. Il percorso avviato continuerà in autunno, con un roadshow in collaborazione con tutti i livelli istituzionali”.
“Siamo convinti che nessun pezzo di Paese debba rimanere indietro – riflette Michele Pianetta, Vicepresidente all’Innovazione di ANCI Piemonte -. Abbiamo fatto molti passi in avanti, ma altri restano da fare. Penso al ritardo eccessivo del Piano banda ultralarga che va colmato subito. Sul 5G dobbiamo spiegare con i vertici delle Regioni ai Comuni quel che si aprirà una volta realizzata l’infrastruttura. 120 Comuni italiani partono assieme a Milano e Torino. È un grandissimo risultato. Ma non dobbiamo perder tempo. Anche perché in diversi Paesi del mondo c’è già chi sta lavorando e montando iniziative sul 6G”.
“Circolano bufale di tutti i tipi attorno al 5G. Spesso sono diffuse o commentate proprio da chi si lamenta per il divario digitale nei Comuni montani, nelle Alpi e negli Appennini, che frena investimenti e fa crescere le sperequazioni – sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem -. Fa sorridere e mi preoccupa. Perché manca una cultura digitale, un’informazione che dobbiamo dare chiara e istituzionale, con Ministeri e Regioni, ai nostri Enti locali. Deve partire dalle scuole. I bambini usano benissimo gli smartphone, ma ne sanno pochissimo. I nativi digitali sono i primi a dover essere protagonisti di una crescita delle competenze, nella PA come nelle imprese, che ANCI, Uncem e ANFoV vogliono far crescere insieme. Lavoriamo sul gap culturale. Siamo pronti e preparati, anche nello sfidare assurde fakenews che gettano i territori nel passato”.
“Sul 5G non possiamo permetterci i ritardi e gli intoppi che stiamo avendo con la BUL – conclude il vicepresidente ANCI, Michele Pianetta -. Anticipando una proposta che avevamo lanciato a livello regionale, il MiSE ha annunciato incentivi alle aziende per l’assunzione di ‘manager per l’innovazione 4.0’. Ora chiediamo che si pensi ai Comuni, con azioni concrete sui territori, ad esempio attraverso l’istituzione di figure come i ‘digital angels’, in grado di affiancare i sindaci su un tema cruciale e quanto mai delicato come quello dello sviluppo tecnologico”.